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Credit Suisse, avanti tutta su azioni europee e titoli investment grade

1/29/2016 | Stefania Pescarmona

Focus su azioni sensibili alla crescita e Dax tedesco


In un inizio 2016 molto debole, il peggiore avvio in 28 anni, e un'inversione di tendenza che ancora non si evidenzia, Credit Suisse punta comunque dritta sull' equity europeo e sui titoli di credito investment grade.

 

Il colosso elvetico predilige, infatti, “asset che hanno evidenziato consistenti vendite sulla base di previsioni esagerate di una recessione, come le azioni dell'Eurozona sensibili alla crescita e il Dax tedesco”, dichiara Nannette Hechler-Fayd'herbe, head of investment strategy di Credit Suisse, che poi aggiunge “anche le azioni australiane e quelle del comparto informatico”. Il motivo è semplice: per via di una politica monetaria ancora accomodante e dei bassi prezzi del petrolio, Credit Suisse considera molto improbabile una recessione globale, e quindi una consistente crisi finanziaria. In particolare, secondo gli analisti, i prezzi del petrolio resteranno ancora in range di negoziazione più bassi, per via della continua offerta elevata, il che implica – con ogni probabilità – che l'inflazione resterà al di sotto dei target delle banche centrali sui principali mercati sviluppati.

 

All'interno di questo contesto, “acquisteremmo i beneficiari dei bassi prezzi del petrolio, come i titoli dei beni di consumo ciclici europei, quelli del settore auto e quelli di compagnie aeree e di navi da crociera - puntualizza Hechler-Fayd'herbe – vendendo pensantemente gli indici azionari dei mercati emergenti orientati alle esportazioni di materie prime di Sudafrica, Brasile e Perù”.

 

Dal punto di vista obbligazionario, l'interesse va, invece, su bond di tipo investment grade da A a BBB, che hanno accusato un ampliamento degli spread nell'ultima fase di turbolenza dei mercati. Se si passa poi ad analizzare le valute, in vista di ulteriori incrementi dei tassi di interesse da parte della Fed, Credit Suisse punta sullo yen giapponese (JPY), che ritiene ancora sottovalutato, contro lo yuan cinese (CNY), valuta sulla quale ci sono preoccupazioni di una ulteriore svalutazione.

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