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2/22/2016 | Stefania Pescarmona
Le eredità tornano nel mirino del Governo. Sono, infatti, ripresi i lavori per l’inasprimento delle imposte di successione. A rivelarlo è MF-Milano Finanza, che interpellando diversi legali ha avuto conferma del fatto che il governo Renzi sta mettendo mano alla riforma della normativa sulle successioni.
La nuova formulazione prevederebbe un innalzamento delle aliquote per tutti i contribuenti e delle franchigie (cioè delle soglie esenti da tassazione) molto più basse rispetto ai livelli attuali, che potrebbero non superare i 300-400 mila euro.
Al momento ci sono però tanti punti oscuri: a iniziare da cosa succederà ai titoli di Stato e alle polizze vita, strumenti che sembrerebbero non essere toccati dalla riforma in atto. Anche se sul fronte delle polizze, ci sono voci che l’Agenzia delle Entrate avrebbe intenzione di riqualificarne alcuni tipi, per tassarle come ordinari investimenti finanziari, assoggettandole quindi alla tassa di successione.
Il punto di partenza dello sviluppo dei lavori sembrerebbe essere la proposta presentata più di un anno fa (gennaio 2015) da un gruppo di deputati di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà, che prevede che, se il valore dell’eredità supera i 5 milioni di euro, le aliquote possano arrivare anche fino al 45%. In particolare, sulla base di questa proposta, la franchigia verrebbe abbassata a 500 mila euro (dall’attuale 1 milione di euro) per i coniugi e i parenti in linea retta, mentre l’imposizione fiscale salirebbe dal 4 al 7%. Se si tratta invece di fratelli e sorelle, l'aliquota salirebbe dal 6 all’8% (con franchigia invariata a 100 mila euro), mentre crescerebbe dal 6 al 10% quella per i parenti fino al quarto grado e affini in linea retta e dall’8 al 15% quella su tutto il valore ereditato da altri soggetti.
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