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02/03/2016
AIPB, masse private in crescita a 535 miliardi
di Stefania Pescarmona
Highlights- Secondo l'AIPB, le masse in gestione hanno registrato incrementi annui del 5,8-7,8%. Nella composizione del patrimonio, la componente finanziaria batte tutti: pesa il 43%, rispetto al 39% del patrimonio immobiliare e al 18% della ricchezza reale

Una componente finanziaria che pesa mediamente il 43%, rispetto al 39% del patrimonio immobiliare e al 18% della ricchezza reale, come arte, gioielli e beni di lusso. Un livello medio di scolarizzazione alto, così come l’età, che è concentrata soprattutto tra i 55 e i 64 anni. E ancora, una ricchezza finanziaria compresa nel 95% dei casi tra i 500.000 euro e i 5 milioni di euro, distribuita in tutto il territorio italiano, con una concentrazione superiore alla media in 4 regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte. Queste le principali caratteristiche del private banking in Italia illustrate dall'Aipb, che ha confrontato la complessità della composizione del patrimonio, il livello socio demografico e la distribuzione quantitativa della ricchezza in capo alla clientela target del servizio di private banking del nostro Paese.
“La fotografia puntuale della popolazione di famiglie private italiane non va però confusa con la misurazione del target di clientela per un servizio di private banking”, puntualizza l'Aipb, che ricorda che non tutti i clienti bancari che possiedono una ricchezza finanziaria importante mostrano, infatti, un atteggiamento similare verso la scelta del servizio per gli investimenti. L’osservazione della clientela attuale e il confronto con quella che, pur conoscendo il contenuto del servizio e possedendo la ricchezza necessaria, sceglie di non farvi ricorso, mette a disposizione poi alcune informazioni interessanti. Ad esempio, l’80 % della clientela sceglie l’operatore private come riferimento principale perché lo considera prestigioso, dinamico e moderno, perché ha una visione globale/internazionale dei mercati e perché offre soluzioni tecniche di qualità. Resta alta anche la percentuale di clienti che ritiene che l’operatore sia in grado di proporgli soluzioni coerenti con i suoi bisogni, che gli dedica il tempo di cui ha bisogno e che utilizza un linguaggio chiaro e comprensibile quindi trasparente.
Una cosa è certa: le scelte della clientela target hanno permesso agli operatori che offrono un servizio di private banking di raggiungere, a settembre 2015, un volume di masse in gestione pari a 535 miliardi di euro, mostrando così un trend di crescita costante dal 2008, ad eccezione del 2011, con incrementi annui che vanno da un minimo del 5,8% a un massimo del 7,8%.
Se si passa poi al monitoraggio delle quote di mercato dei singoli operatori di settore, dall'analisi dell'Aipb risulta che i primi 5 operatori hanno una share costante attorno al 52% del totale. Se invece si confrontano gli operatori raggruppandoli in cluster con modelli organizzativi similari, si può notare un leggero calo della quota di mercato delle banche universali grandi, scese dal 2010 a oggi, dal 61,4 al 58,2% del mercato private, e una corrispondente crescita delle banche di dimensioni più contenute, che offrono un servizio private organizzato in business unit. Costante invece negli anni la penetrazione del mercato da parte delle banche specializzate ed estere, concentrate sulla fascia più alta della clientela private.
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