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Nordic Ideas - Gli spread corrono, è l’ora dei corporate bond

4/20/2016 | Nordea

L'annuncio della Banca centrale europea ha favorito una compressione dei differenzia di rendimenti, aprendo nuove opportunità sul mercato


A circa un mese dall’annuncio dell’11 marzo 2016 della Banca centrale europea di estendere il programma di acquisto anche ai titoli corporate Investment Grade, emessi da società non finanziarie, gli effetti sui mercati non si sono fatti attendere, sia in termini di nuove emissioni sia di restringimento degli spread.

 

Per quanto riguarda le nuove emissioni, abbiamo assistito al ritorno della liquidità sul mercato. Nella settimane successiva all’annuncio Ab InBev, la multinazionale belga leader mondiale nel settore della birra, si è presentata al mercato con un’emissione record per un controvalore pari a 13,25 miliardi di euro. In precedenza Deutsche Telekom aveva raccolto 4 miliardi di euro. In entrambi i casi, il mercato ha offerto ampio supporto rilevando un "ritorno di fiamma" per quest’asset class. Nel frattempo, i differenziali di rendimento, ovvero gli spread delle obbligazioni corporate europee, hanno iniziato a restringersi.

 

All’11 aprile 2016, gli spread dell’indice BofA Merrill Lynch Euro Non-Financial (EN00 Index) che replica appunto i rendimenti degli emittenti corporate in Euro escluso i titoli finanziari, si sono ridotti in media di 21 punti base fermandosi a quota 119 (rispetto ai bond governativi) generando un rendimento del +2,2% (in euro), in un contesto di leggero rialzo dei rendimenti (fonte Bloomberg). Sebbene non sappiamo ancora né quando la Bce inizi materialmente l’acquisto di bond corporate né il relativo ammontare, ulteriori restringimenti degli spread dai valori attuali non sono improbabili. La percezione del rischio relativo a quest’asset class dovrebbe continuare a migliorare in uno scenario in cui la Banca centrale europea offra supporto al mercato.

 

Osservando i dati storici si evince che negli ultimi 5 anni il livello di spread più basso è stato raggiunto nel marzo 2015, quando gli spread del segmento investment grade raggiunsero 85 punti base; ciò supporta l’idea che vi siano prospettive interessanti per questa categoria di titoli. Nonostante le previsioni al rialzo dei tassi d’inadempienza (o di default) per i titoli ad alto rendimento nei prossimi 12 mesi, l’annuncio della Bce ha provocato indirettamente un restringimento notevole degli spread, anche sul mercato high yield. Nel segmento più rischioso del mercato corporate, gli spread si sono ridotti mediamente di 45 punti base, raggiungendo quota 529 punti base nel periodo compreso tra il 10 marzo e l’11 aprile 2016 (come misurato dall’indice BofA ML European Currency Non-Financial Constrained, che esclude il settore degli emittenti finanziari). In questo periodo le obbligazioni europee ad alto rendimento hanno generato un risultato pari al 2% (in euro).

 

A favorire il rally degli spread sul mercato high yield hanno contribuito anche un contesto macroeconomico in leggero miglioramento ed il recupero dei prezzi delle commodities, del petrolio in particolare, che nei mesi precedenti avevano causato volatilità delle obbligazioni ad alto rendimento. La posizione accomodante della BCE dovrebbe favorire il segmento corporate europeo e di conseguenza gli investitori che desiderano sovrappesare quest’asset class. Specialmente tra gli istituzionali è probabile uno shift verso questo settore. E se gli spread dovessero continuare a scendere tra i bond di qualità, è prevedibile un interesse maggiore anche sul segmento high yield europeo.

 

Tuttavia, nell’attuale contesto di mercato è importante non sottovalutare i rischi ed affidarsi a specialisti. Nordea offre diverse soluzioni di investimento nel credito europeo, sia soluzione tradizionali di asset allocation (il Nordea 1 – European Corporate Bond Fund e il Nordea 1 – European High Yield Bond Fund), sia soluzioni più dinamiche, con la possibilità di individuare le migliori soluzioni di investimento «a cavallo» tra il segmento IG e HY come ad esempio il Nordea 1 – European Cross Credit Fund.

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