Tempo di lettura: 2min

Aipb, le donne e i grandi patrimoni

4/20/2016 | Stefania Pescarmona

In un mondo marcatamente maschile, crescono i clienti private di genere femminile e, in parallelo, le private banker. Alla base, un diverso modo di affrontare gli investimenti rispetto agli uomini


Passi avanti del private banking nel superamento del gender gap. Anche se di fatto, il private banking rimane, per lo meno in Italia, un mondo marcatamente maschile, nel corso degli ultimi anni si sta assistendo a un incremento di clienti donne private e, in parallelo, di professioniste del risparmio che gestiscono grandi patrimoni. Dalla loro, le donne hanno delle abilità tipiche del genere femminile: “Sono più brave degli uomini nella gestione concreta delle risorse economiche, sanno accumulare meglio la ricchezza e la sanno far fruttare”, spiega Aipb, che poi aggiunge che inoltre “riescono ad avere una visione più a lungo termine e sanno affrontare le decisioni in maniera attenta, rapida ed efficiente”.

 

A livello professionale, poi le donne sono in grado di distinguersi dai loro colleghi, perché rispetto agli uomini hanno una maggiore inclinazione nel relazionarsi col cliente e dedicano più tempo all’ascolto, dimostrando una sensibilità più spiccata.

 

In Italia, però, anche se qualche passo in più si sta muovendo, la situazione è ancora molto diversa dagli Stati Uniti, dove le investitrici hanno la possibilità di affidarsi ad asset manager specializzati nella costruzione di portafogli su misura per loro. Portafogli, la cui composizione non presenta sostanziali differenze rispetto a quella dei portafogli degli uomini: in entrambi i casi, infatti, le quote tendono ad assomigliarsi. Delle piccole differenze però ci sono: dal grafico di Aipb risulta infatti che, a fronte di meno prodotti assicurativi e meno azioni, si ha un peso maggiore di gestioni patrimoniali, obbligazioni e titoli di Stato. Tendenzialmente simile l'utilizzo di fondi comuni di investimento: 14,8% nelle donne e 15,2% negli uomini.

 

Ma qual è il profilo della cliente private? Sempre secondo una ricerca condotta da Aipb, il 40,9 % delle donne che si trovano a gestire i grandi patrimoni ha un’età compresa tra 55 e 64 anni, il 47,1% possiede il diploma di scuola media superiore e il 46,7% vive a Nord Ovest dell’Italia. Tra di loro, la maggior parte (43%) svolge una professione autonoma, una quota molto inferiore rispetto al 67,3% dei clienti private.

 

La vera disparità tra uomini e donne non è quindi nel “quanto”, ma piuttosto nel “come”. “È evidente che è il modo delle donne di affrontare gli investimenti a essere diverso”, dichiara Aipb, che poi conclude dicendo che le donne non amano i rischi, né sono solite delegare e sono curiose, scrupolose e indipendenti nelle loro scelte.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?