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Credit Suisse, cautela sulle azioni globali

5/31/2016 | Stefania Pescarmona

Con un rischio politico in aumento, l'istituto svizzero ha un atteggiamento prudente e suggerisce di mantenere sufficienti disponibilità liquide da destinare a future opportunità d’investimento


Con un rischio politico in aumento, manteniamo un atteggiamento cauto sulle azioni globali. Questa l'opinione di Credit Suisse che - all'interno dell'Investment monthly di giugno - ricorda che il mese scorso le azioni globali hanno perso terreno data la mancanza di nuovi catalizzatori. Sulla scena politica, il riferimento va al referendum britannico sull’appartenenza all’Ue, che si terrà a meno di un mese e il cui esito è ancora incerto, al referendum sulla riforma parlamentare che si svolgerà entro ottobre in Italia e alle elezioni statunitensi, tra cinque mesi, oltre ai numerosi potenziali focolai, come per esempio i conflitti in Medio Oriente.

 

All'interno di questo scenario, Nannette Hechler-Fayd'herbe, head of investment strategy di Credit Suisse, consiglia di adottare una strategia d’investimento agile e a basso rischio, con sufficienti disponibilità liquide da destinare a future opportunità d’investimento.

 

Sull'equity, suggerisce di prendere profitto sulle azioni australiane, alla luce dell'efficace giudizio positivo raggiunto, e di riallocare alcuni dei proventi a favore dei titoli Usa, se largamente sottoesposti. A livelo di aree geografiche, però, l'esperta continua a consigliare l’Eurozona e la Svizzera agli investitori con disponibilità liquide in eccesso. “Siamo convinti che beneficino di numerosi fattori e mantengano un buon potenziale di recupero nel momento in cui la Fed normalizzerà ulteriormente il tasso di interesse statunitense”, dichiara la strategist di Credi Suisse.

 

Sul reddito fisso, invece, la view è neutrale sui titoli Usa e su quelli tedeschi, con una preferenza per i crediti corporate investment grade.

 

In ambito valutario, la posizione è neutrale sui principali cross valutari, ma rialzista sulle valute nordiche. “La NOK (corona norvegese, ndr), la SEK (corona svedese, ndr) e il RUB (rublo russo, ndr) hanno una valutazione assolutamente positiva con forti surplus, mentre la valutazione del MXN (peso messicano, ndr) è parimenti economica”, spiega Hechler-Fayd'herbe, che aggiunge che il dollaro americano ha risentito della mancanza del rialzo dei tassi della Fed.

 

Per quanto riguarda, infine, gli investimenti alternativi, secondo Credit Suisse è meglio ridurre l’esposizione ai metalli industriali nelle materie prime, perchè, con l’indebolirsi della domanda cinese, potrebbero subire un ulteriore calo.

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