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Destinazione design

7/6/2016 | Redazione Private

Fino al 12 settembre la XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano animerà il capoluogo lombardo, offrendo una nuova mappa del design.


Venti mostre in venti location diverse, dal Palazzo dell’Arte alla Fabbrica del Vapore, dal Pirelli HangarBicocca al Museo Diocesano, dal Politecnico al Museo della Scienza e della Tecnologia fino al Campus Iulm e al Mudec. Fino al 12 settembre la XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, patrocinata dal Bureau International des Expositions (Bie), animerà il capoluogo lombardo con un ricco programma di esibizioni, eventi, festival, concorsi e convegni diffusi in tutta la città. Il titolo dell’Esposizione, che torna dopo 20 anni, è 21st Century. Design After Design, lo scopo è indagare il mondo del design del Ventunesimo secolo per  “decodificare il nuovo millennio”, affrontando gli argomenti attualmente più discussi intorno al tema del “progetto”, come l’impatto della globalizzazione, le conseguenze della crisi economica, il rapporto con le nuove tecnologie dell’informazione e le nuove forme di artigianato.

 

Ma l’Esposizione tocca anche questioni chiave come la nuova “drammaturgia” del progetto stesso, che consiste soprattutto nella sua capacità di confrontarsi con i temi antropologici che la modernità sembra aver escluso dalle sue competenze: la morte, il sacro, l’eros, il destino, le tradizioni, la storia. Attraverso le mostre tematiche, ogni sede cerca di offrire un punto di vista inedito sulle diverse tematiche. L’obiettivo di ciascuna rassegna non è di porsi come istanza risolutiva di problemi aperti, ma di rappresentare, mettendola in scena, una realtà sconosciuta. 

 

Per questo la curatela delle mostre è affidata a una pluralità di voci differenti: se Andrea Branzi e Kenya Hara percorrono in Neo Preistoria – 100 Verbi il lungo cammino che dagli strumenti dell’antica preistoria conduce alle attuali frontiere della ricerca scientifica, orientata a estendere la sopravvivenza umana attraverso la produzione di pezzi di ricambio del nostro stesso organismo, in W. Women in Italian Design Silvana Annicchiarico prova a tracciare un percorso del design italiano al femminile, ricostruendo figure, teorie e attitudini progettuali che sono state emarginate nel Novecento e che si sono invece imposte nel XXI secolo.

 

Da non perdere anche Architecture as Art a cura di Pierluigi NicolinSempering di Luisa Collina e Cino Zucchi e New Crafts a cura di Stefano Micelli. Da sottolineare che due dei padiglioni del sito di Expo 2015, quelli che ospitavano il Future Food District e l’Auditorium, sono stati riaperti e riallestiti per ospitare il gruppo di mostre City After the City. 

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