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La sfida del private banking: i giovani e la tecnologia

7/13/2016 | Stefania Pescarmona

I clienti con meno di 34 anni salgono nel 2015 al 6,8%, dal 3,8% dell'anno prima. Aipb: “I private banker dovranno rimanere sempre il più possibile al passo con i tempi, anche per essere più competitivi sul mercato”


Quello del private banking è un mercato in crescita che sta interessando sempre più giovani. A fine 2015, infatti, le persone che avevano meno di 34 anni erano il 6,8% dei private client, quasi il doppio rispetto al 3,8% dell'anno prima. A metterlo in luce è l'Aipb, che aggiunge che si tratta di un dato a cui prestare attenzione e da ricordare anche in futuro, soprattutto quando si parla di servizi e della loro modalità di erogazione. “Poiché infatti i più giovani parlano la lingua della tecnologia e delle piattaforme innovative, i private banker dovranno rimanere sempre il più possibile al passo con i tempi, anche per essere più competitivi sul mercato”, prosegue l'Associazione italiana private banking.

L'industria del private banking è cresciuta nel corso degli ultimi anni. A parte qualche caso isolato, come i risultati poco rassicuranti del 2008 e del 2011, il settore è in costante consolidamento ed espansione. In particolare, se si osservano i dati forniti dall’Ufficio studi Aipb, si può notare come gli asset under management serviti dal private banking a fine 2015 siano cresciuti del 35,3%, rispetto alla fine del 2014. “Questo dato potrebbe apparire anomalo a una prima occhiata, ma bisogna prestare molta attenzione e analizzarlo più in profondità”, spiega l'Associazione, che poi aggiunge che tale variazione degli AuM dipende, infatti, da tre fattori: la raccolta netta (3,7%), cioè i flussi in entrata nel modello di servizio di private banking, l’effetto mercato (1%), ovvero l’effetto positivo o negativo dei mercati e, infine, il cambio di perimetro (30,6%), ossia gli AuM serviti da operatori private che sono entrati in Aipb nell’ultimo anno. Grazie a questi tre fenomeni combinati, alla fine del 2015 il mercato private è arrivato quindi a controllare 699 miliardi di euro, contro i 517 dell’anno precedente.

 

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