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I gap da superare nel private banking: tecnologia e differenze di genere

7/20/2016 | Stefania Pescarmona

Secondo i dati Aipb, solo il 3,1% delle donne riesce a guadagnarsi una posizione dirigenziale, contro il 7,5% degli uomini. Quanto alla tecnologia, il supporto principale è nella fase di monitoraggio e reportistica


Sono il sesso e la tecnologia i principali gap che il mondo del private banking deve ancora superare. Al momento, infatti, sebbene negli ultimi anni le cose siano molto cambiate, non si assiste ancora a una situazione di parità, soprattutto dal punto di vista contrattuale tra i due generi. Le donne che raggiungono posizioni elevate sono infatti in misura decisamente inferiore rispetto ai colleghi uomini. “Se il 7,5% dei private banker riesce a guadagnarsi una posizione dirigenziale, meno della metà delle donne (3,1%) arriva allo stesso livello”, dichiara Aipb. È ovvio, quindi, che queste donne devono essere messe in condizione di potersi fare largo nella professione, che è ancora marcatamente orientata al maschile.

Nello stesso tempo, ulteriori passi in avanti si devono ancora fare dal punto di vista tecnologico. Che il private banking sia un’industria in continua espansione ed evoluzione è ormai un dato di fatto. Ma, in un periodo di cambiamenti come quello attuale, è importante riflettere sulle tematiche più delicate, per tentare di condurre il settore in uno sviluppo eguale in tutti gli ambiti. Sicuramente, all’ordine del giorno, è bene che gli operatori si evolvano da un punto di vista tecnologico, in linea con gli altri settori, e riuscano ad accettare che l’innovazione può essere una loro alleata. “Da una parte, infatti, la tecnologia farebbe da supporto al cliente nell’ambito degli investimenti, dall’altro, dalla prospettiva del banker, potrebbe aiutare a snellire la burocrazia”, spiega Aipb, che poi prosegue dicendo che “ad oggi, l’utilizzo più diffuso è, nei colloqui banker-cliente, nella fase di monitoraggio e reportistica, che in una scala di efficacia da 0 a 7 registra un punteggio di 4.1. E per il futuro, si prevede un innalzamento a 5.5 di questo valore, segno che la fiducia nei supporti tecnologici sarà sempre più profonda”.

In conclusione, è necessario riuscire ad abbattere quindi l’attuale diffidenza dei clienti private italiani nei confronti della tecnologia, così come il cambiamento potrà avvenire solo dopo il superamento di certi ostacoli culturali, che in un Paese come il nostro sono purtroppo ancora difficili da demolire. La speranza in questa direzione la si trova solo nel trend rispetto al passato: è innegabile che i miglioramenti sono stati compiuti, ora bisogna continuare nella direzione dell'innovazione e aspettare i frutti.

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