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Trabattoni (Kairos): "Il piano di Mps? Una soluzione intelligente. <br>Ma restano alcuni nodi"

8/3/2016 | Massimo Trabattoni (*)

Dopo il Referendum Costituzionale si potrebbe verificare un recupero di PiazzaAffari che ha maturato una sottoperformance eccessiva rispetto alle altre borse europee


Le prime due sedute dopo la pubblicazione degli stress test dell'Eba si sono chiuse in profondo rosso per le banche italiane, nonostante risultati relativamente positivi, ad eccezione di Banca Monte dei Paschi di Siena. Il punto, del resto, è un altro: parliamo di un settore che non fa utili, penalizzato dalla politica del tasso zero, che comprime i margini d'interesse e come se non bastasse, è a leva sulla tenuta dell'Europa: questa rimane un'area molto fragile, come ha dimostrato anche l'esito a sorpresa del Referendum sulla permanenza di Londra nell'Ue.

 

Gli stress test, un aumento di capitale che fa flop, un voto inatteso...sono tutti pretesti che il mercato coglie per mettere in discussione la solidità dell'Europa. In Italia, si è evitato il peggio, grazie a una soluzione intelligente - lo spin-off della bad bank - per mettere in sicurezza il Monte dei Paschi. Ora bisogna vedere quando sarà convincente il progetto che i dirigenti della banca racconteranno ai potenziali investitori, per raccogliere i cinque miliardi previsti per l'aumento di capitale.

 

Intanto si è aperto un altro focolaio: visto che il piano di Mps prevede un innalzamento al 40% dei tassi di copertura sulle inadempienze probabili ( cosiddetti incagli), il mercato ha iniziato a speculare sull'ipotesi che questa soglia venga fatta valere anche per gli altri istituti ed è giunto alla conclusione che un solo aumento di capitale non sarebbe sufficiente per chiudere il capitolo sulle banche italiane.

 

Poi, a ottobre o novembre ci sarà il Referendum Costituzionale in Italia, che potrebbe alimentare un picco di tensione paragonabile a quello osservato durante la consultazione su Brexit, nel Regno Unito. Se tutto va bene e vincono i si, allora Piazza Affari potrebbe recuperare terreno rispetto agli altri mercati Europei. Vale la pena ricordare che da inizio anno il Ftse Mib ha perso 24 punti percentuali, il doppio rispetto allo Euro Stoxx 50 (-11%): la sottoperformance dell'Italia è stata eccessiva e prima o poi ci sarà un'inversione di tendenza.

 

D'altra parte, l'anno prossimo ci saranno altri appuntamenti elettorali chiave in Europa: il calendario della politica è fitto, manca una pausa di uno o due anni che consenta di riprendere fiato. Il punto è che il progetto europeo è ancora troppo vulnerabile. Affinché ci sia una svolta nella fiducia degli investitori, è necessario vengano fatti passi in avanti sul piano dell'integrazione. Fino a quel momento, l'Europa non sarà in grado di attrarre ampi flussi di capitali privati: gli investitori continueranno per un po' a favorire una piazza cara come Wall Street ai listini più a buon mercato ma zoppicanti del Vecchio Continente, dove c'è poca visibilità sulle prospettive future.

 

Intanto, il mercato continuerà a favorire le aziende italiane più esposte ai mercati internazionali e meno legate alla dinamiche della domanda interna, accanto ai business regolamentati. Anche qui, però, occorre cautela perché, in alcuni segmenti difensivi, la crescita è stata robusta e i livelli valutativi raggiunti meritano un po' di prudenza.

(*) Responsabile azionario Italia di Kairos

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