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Real Estate, mattone inglese in fermento

8/4/2016 | Stefania Pescarmona

Le conseguenze di Brexit sul mercato immobiliare, tra rischi e nuove opportunità


In prima battuta, il voto su Brexit ha prodotto i suoi effetti direttamente sulla sterlina. Dopo il voto inglese del 23 giugno a favore dell'uscita dalla Ue, però, anche il mercato immobiliare è finito inevitabilmente nel mirino, fronteggiando un calo del valore dei patrimoni immobiliari e lo spostamento di una parte dell’interesse degli investitori dal Regno Unito ad altri Paesi europei.

 

Secondo un sondaggio realizzato da Scenari Immobiliari, oltre tre quarti degli intervistati ritiene che questi fattori possano comportare un aumento degli investimenti “opportunistici” a breve termine nel Regno Unito. Più contraddittorie, invece, sul lungo termine: di fatto per valutare gli effetti reali sarà necessario attendere la fine dei due anni di transizione, essendo fortemente legati al modo in cui verrà negoziato il processo di uscita dall’Unione Europea.

 

In questo contesto, i fondi immobiliari sembrano aver registrato la maggior attenzione. Su questo segmento, infatti, si sono concentrati i riscatti e molti investitori sono stati costretti a svalutare il valore degli immobili in portafoglio. Chi negli ultimi mesi ha puntato su Londra, scommettendo sulla permanenza nell'Unione europea, dovrà mettere in conto delle perdite, almeno nel breve termine. Ma l'esito della consultazione apre opportunità interessanti per gli investitori tattici che, disponendo di liquidità sufficiente, potrebbero approfittare del recente calo delle quotazioni e di una minore competizione tra gli investitori, per un'incursione nel mattone britannico. Tra i privati, invece, prevarrà verosimilmente la cautela: c’è il rischio che il mercato inglese nel breve medio-periodo soffra, di un eccesso di offerta in diversi settori. Le aspettative sono di 70-100 mila addetti in meno nel settore finanziario, con conseguente calo della domanda di uffici.

 

Questi numeri potrebbero portare anche migliaia di dipendenti del settore finanziario, proprietari di case a Londra, a decidere di mettere in vendita i propri immobili per rilocalizzarsi nell’Europa continentale. Dall'altro lato della medaglia, però, il calo della domanda di uffici a Londra dovrebbe andare a vantaggio delle altre metropoli europee, dove si concentra la quota maggiore di investimenti: soprattutto Parigi e Berlino e, in seconda battuta, Paesi scandinavi, Spagna e Italia. In questo contesto, secondo gli esperti, Milano si candida ad essere tra i potenziali beneficiari del mutato scenario.

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