Saira Malik, cio di Nuveen: “Le società di private equity...
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14/09/2016
Private, pochi prodotti assicurativi, ma in crescita
di Stefania Pescarmona
Highlights- Secondo i dati Aipb, nel 2015 le soluzioni del ramo vita hanno avuto un peso del 15,8%, contro il 6,7% del 2008. Nonostante un'alta percezione del rischio, la copertura è ancora bassa

Il concetto di protezione per gli italiani non è molto radicato. E questo vale anche nel mondo private, anche se la tendenza è in crescita. La conferma arriva da Aipb: secondo i dati forniti dall’ufficio studi, nel 2015 i prodotti assicurativi del ramo vita hanno avuto un peso del 15,8%. Il dato, pur ancora contenuto, è comunque in crescita rispetto a pochi anni prima, segno quindi che nell’asset mix dei clienti private i prodotti assicurativi hanno acquisito uno spazio sempre maggiore, visto che nel 2008 avevano un peso solo del 6,7%.
È questo l’ambito del private insurance, che integra i servizi di private banking e di gestione patrimoniale con un utilizzo sofisticato dell’assicurazione sulla vita quale strumento di pianificazione finanziaria e successoria, in grado di garantire sicurezza e vantaggi fiscali agli investitori più facoltosi e alle rispettive famiglie. Com’è noto, la caratteristica peculiare dei servizi private, compresi quelli del private insurance, è la possibilità di personalizzazione, poiché a patrimoni complessi corrispondono spesso esigenze complesse. Per quanto riguarda il ramo danni, a questa categoria fanno capo alcuni rischi: salute (infortuni), danni ai beni (Rc auto), premorienza, perdita dell’autosufficienza, previdenza complementare. “È necessario precisare che è proprio su questo ramo che il cliente italiano dimostra di non avere lungimiranza: infatti, se è vero che il rischio viene fortemente percepito, non è detto che poi si decida effettivamente di assicurarsi”, dichiara Aipb. A ben guardare, le percentuali cambiano visibilmente nel primo e nel secondo caso. Prendendo, per esempio, proprio la categoria della previdenza, nel 2013 il rischio veniva percepito dal 51% dei clienti, ma di fatto solo il 40% ha proceduto a proteggersi in questa direzione. Stesso discorso anche per la salute: nel 72% dei casi si trattava di una categoria da non sottovalutare, ma solo il 53% si è assicurato.
Nonostante questo, “il tema della protezione sta piano piano avendo un ruolo sempre più importante, in entrambi i rami presi in considerazione”, dichiara Aibp, che invita a guardare il trend, che nel mondo finanziario ha sicuramente un valore intrinseco molto più profondo del dato in sé. Infatti, nel 2012, nella previdenza solo il 22% degli individui si era assicurato, mentre nella salute era il 45%.
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