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Banche e innovazione, il gap tecnologico tra i clienti maturi e più giovani

10/19/2016 | Stefania Pescarmona

Secondo Aipb, nel 79% dei casi, il cliente private con più di 64 anni non si avvale di un servizio di consulenza finanziaria online, contrariamente ai più giovani, dove il 41% l’ha già utilizzata


Dal punto di vista digitale, l’Italia ha ancora molta strada da fare. Secondo il report “Evolution of the Italian banking customer behaviors in the digital ecosystem” di McKinsey, rispetto alla media europea, nel nostro Paese il maggiore gap tecnologico che andrebbe colmato è quello della popolazione più anziana, che nel 2014 ha fatto accesso a Internet solo 35 volte, contro le 80 dei clienti inglesi over 55.

Anche nell’ambito del private banking, il cliente italiano maturo sembrerebbe non accogliere le innovazioni tecnologiche così di buon grado. Dai dati dell’ufficio studi Aipb, infatti, nel 79% dei casi, il cliente private con più di 64 anni non si avvale di un servizio di consulenza finanziaria online, contrariamente ai più giovani, dove una buona percentuale (41%) l’ha già utilizzata; neppure nel 54,7% dei casi si affiderebbe a una banca online per gli investimenti.

Tuttavia, secondo l’opinione dei clienti private, gli operatori di private banking e i professionisti della consulenza finanziaria sembrano invece abbastanza aggiornati in questo ambito: per il 63% dei clienti, infatti, il proprio istituto di riferimento è abbastanza proattivo a proporgli servizi o prodotti di innovazione tecnologica e abbastanza moderno (47,4%) e il banker, nella metà dei casi, prende appunti su tablet o pc e nel 55,7% delle volte mostra al cliente report grafici su tablet o computer.

“Dal punto di vista di chi offre servizi all’investimento è stato quindi fatto e si sta facendo un grosso lavoro di ammodernamento nella modalità di erogazione del servizio, anche se non è possibile superare tutte le criticità in una sola volta – spiega Aipb - Anche i clienti, soprattutto quelli più anziani, dovrebbero tentare di stare il più possibile al passo con il mondo che cambia. La speranza è che, man mano che i clienti nati nel periodo del boom tecnologico, e quindi ad oggi in grado di destreggiarsi facilmente nella tecnologia, si avvicinano all’età matura, questo gap, non solo con le altre generazioni, ma anche con il resto d’Europa, si assottigli il più possibile”.

Intanto, maggiori informazioni sul tema del digital banking si avranno il 15 novembre, alla dodicesima edizione del Private Banking Forum firmato Aipb, in cui verrà fornito un quadro dettagliato di come è la situazione attuale e di come si prospetta quella futura.

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