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25/01/2017
Clienti private, la filantropia non fa breccia
di Stefania Pescarmona
Highlights- Secondo Aipb, l’80% della clientela non prende neppure in considerazione questa forma di investimento e quasi il 70% non ritiene importante che il proprio istituto preveda questa tipologia di servizi

Nel concetto di diversificazione non rientra il tema della filantropia. Almeno a giudicare da quello che avviene nel mondo private. È risaputo, infatti, che in materia di investimenti, la diversificazione è una delle regole basilari per una migliore gestione del rischio. A tal proposito, gli investimenti in filantropia e nelle iniziative benefiche potrebbero rappresentare una valida tematica da approfondire per portare avanti questa importante regola.
Ma nel nostro Paese si tratta di una direzione ancora non molto usuale. Negli Stati Uniti, questa è una strada ormai percorsa da anni, in Italia invece sembrerebbe ancora mancare l’interesse, soprattutto da parte degli investitori, per questa asset class alternativa, che potrebbe promettere molto bene. Alcune banche private hanno già previsto nel loro organico la figura del philantropy advisor, ma in pochi casi i clienti ne fanno richiesta.
Secondo i dati forniti dall’Ufficio studi Aipb, l’80% dei clienti private non prende neppure in considerazione questa nuova forma di investimento e quasi il 70% non ritiene importante che la propria istituzione di riferimento preveda questa tipologia di servizi di consulenza finanziaria.
Eppure, in un periodo di mercati volatili, dovrebbe essere quasi scontato il bisogno di forme di investimento nuove, da considerarsi, in questo caso, anche come un’occasione per orientare le proprie scelte di investimento in una direzione che innegabilmente ha molto di positivo, rappresentando una nuova modalità di fare beneficienza e di impegnarsi nel sociale. “Spesso è la mentalità dell’investitore che andrebbe stimolata per evitare che cada nei medesimi schemi abituali”, spiega Aipb, che poi conclude dicendo che “le asset class alternative dovrebbero essere considerate come vere e proprie opportunità strategiche da cogliere al volo”.
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