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Finanza a impatto sociale, un settore da 3 miliardi nel 2020

3/9/2017 | Redazione Advisor Private

Questa la stima del centro Tiresia. Nel 2015, intanto, a livello globale gli investimenti sono stati 7.500, per un valore di 15,2 miliardi di dollari


In Italia e in Europa è in corso una trasformazione verso una finanza sostenibile. A livello comunitario, infatti, la sostenibilità è diventata uno degli obiettivi fondamentali degli investimenti del Piano Junker. Inoltre, l’Italia partecipa attivamente al Gruppo di Studio per una Finanza Verde, Green Finance Study Group, creato dal G20 ed è parte della task force per la trasparenza finanziaria.

In questo contesto, un ruolo sempre più importante lo ricopre l'impact investing, l’approccio che sposa il ritorno finanziario con un impatto sociale misurabile. Tanto che il centro Tiresia (acronimo di Technology and innovation research for social impact, il centro di competenza sull’innovazione, l’imprenditorialità e la finanza sociale del Politecnico di Milano) stima che la finanza a impatto sociale arrivi in Italia a quota 2-3 miliardi di euro nel 2020.

A livello globale, stanno crescendo i governi e gli operatori attivi in questo settore: nel 2011, per esempio, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti hanno sperimentato i social impact bond per il reinserimento sociale degli ex-detenuti delle carceri, ma anche colossi come Ubs, Merrill Lynch e Deutsche Bank hanno mosso i primi passi, lanciando i primi impact fund. Il mercato potenziale però è molto maggiore: il divario tra la spesa pubblica e i bisogni è calcolato in 28,9 miliardi. «Il decreto sull’impresa sociale di prossima approvazione prevede aperture e incentivi fiscali per gli investitori privati – ha spiegato Mario Calderini, professore di social innovation al Politecnico di Milano, al Sole24Ore – Diverse importanti banche stanno progettando strumenti di impact, così come fondi pensione e assicurazioni. Ma soprattutto potrebbe cambiare lo scenario l’imminente impegno di alcune tra le maggiori fondazioni ex bancarie». La Fondazione Cariplo, per esempio, ha già dichiarato di voler costituire un veicolo per lo sviluppo del mercato della finanza sociale entro fine 2017.

A livello globale, il settore è guidato in molti Paesi dalla leadership di alcune fondazioni erogative (Ford e Rockefeller negli Stati Uniti, Bertelsmann in Germania e Nippon in Giappone) che vedono negli investimenti a impatto sociale e nella capacità di coniugarli con il ritorno economico, una possibilità aggiuntiva per incidere su quei bisogni sociali che non hanno ancora trovato risposte positive. Complessivamente si tratta di un mondo vivace e destinato a crescere: stando all’ultimo rapporto del Global Impact Investing Network solo nel 2015 gli investimenti a impatto sociale sono stati 7.500, per un valore di 15,2 miliardi di dollari.

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