Tempo di lettura: 2min

Private equity, in Italia deal stabili, ma crollo dei volumi

7/7/2017 | Redazione AdvisorPrivate

Il primo trimestre 2017 si chiude con 53 deal contro i 52 dei primi sei mesi del 2016 e 4 miliardi di volumi contro il record precente di 7,1 miliardi


Operazioni stabili, ma crollo dei volumi. Si chiude così, con 53 deal contro i 52 dei primi sei mesi del 2016 e 4 miliardi di volumi contro il record precente di 7,1 miliardi, il primo trimestre del 2017 per il settore del private equity italiano. Lo si è appreso ieri, durante un convegno organizzato da Unquote, pubblicazione specializzata nel mondo del private equity, in collaborazione con Gatti Pavesi Bianchi, durante l’Italian Private Equity Forum, dal quale è emerso che il settore dei fondi private equity, a livello mondiale, ha un ammontare record di munizioni da investire, pari a 1.500 miliardi di dollari.

In questo scenario, i fondi internazionali hanno fatto la parte del leone nelle operazioni più consistenti (da 50 milioni in su) e sono aumentati i multipli di entrata nel mercato del private equity italiano: se nel 2012 si pagava in media 7,3 volte l'Ebitda delle aziende target, oggi i fondi pagano mediamente oltre 10 volte.

Sul crollo del valore complessivo ha inciso negativamente il numero più esiguo di grosse operazioni realizzate nei primi sei mesi di quest'anno. Non è infatti un caso che l’attività si sia, infatti, maggiormente focalizzata sul segmento delle pmi. “L’Italia offre delle opportunità uniche soprattutto nel settore delle piccole e medie imprese, tradizionalmente una pietra miliare per le operazioni di private equity nel Paese – conferma Dimitri Christopher, partner di PwC e responsabile del private equity in Italia - La fiducia nell’Italia sta, inoltre, aumentando, come dimostrano fondi americani e pan-europei che investono, o pensano di investire in Italia per la prima volta”.

Secondo Julian Longhurst, responsabile della ricerca di Unquote, “Un po’ in tutta Europa stiamo assistendo alla contrazione dei deal che riguardano compagnie a elevata capitalizzazione. Nonostante condizioni favorevoli nel mercato del debito, da qualche tempo si sta osservando sempre meno operazioni dal valore superiore a 500 milioni di euro”.

Infine, Francesco Gatti, partner e fondatore dello studio Gatti Pavesi Bianchi, ha dichiarato: “Rispetto al 2016, la differenza di volumi è principalmente ascrivibile all’assenza di transazioni legate al consolidamento bancario che sarebbe dovuto essere trascinato dal fondo Atlante, sponsorizzato dal governo italiano. D’altro canto, stiamo assistendo all’esplosione delle Spac, che stanno diventando una delle soluzioni preferite dalle società italiane per accedere al mercato dei capitali, incluse le aziende di proprietà dei fondi di private equity”.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?