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Accoglienza positiva tra clienti e gestori per MB Private Banking

2/14/2018 | Fabrizio Guidoni

Secondo quanto contenuto nella relazione semestrale di Mediobanca, le attività Private Banking hanno registrato masse in crescita


Il lancio di MB Private Banking, partito a dicembre con la contemporanea fusione di Banca Esperia in Mediobanca ha avuto un’accoglienza positiva tra clienti e gestori con AUM/AUA in crescita di €0,7mld (a €14,4mld) nei sei mesi. Lo si legge nel comunicato sull’approvazione della relazione semestrale di Mediobanca al 31 dicembre 2017.

La nuova offerta integrata Private-Investment Banking di Mediobanca rientra nel Wealth Management (WM), una delle cinque divisioni in cui è oggi articolato il gruppo secondo il recente piano triennale 2016-19.

In particolare il WM di Mediobanca raggruppa le attività di Private & High Net Worth Individuals (Compagnie Monégasque de Banque, Mediobanca Private Banking (ex Banca Esperia) e Spafid) e la divisione Affluent & Premier (CheBanca!); la divisione comprende anche le società prodotto Cairn Capital e RAM (chiusura dell’acquisizione prevista entro giugno 2018), Mediobanca Sgr e Mediobanca Management Company.

Dalla relazione semestrale emerge che per il Private Banking & Asset Management le masse risultano in crescita di 1 miliardo nel semestre. Nel dettaglio l’aumento dell’utile da 19,7 a 20,3 milioni beneficia appunto del consolidamento integrale di MB Private Banking (ex Banca Esperia, controllata al 50% fino ad aprile 2017). Il risultato della gestione ordinaria aumenta da 23,2 a 26,1 milioni (+12,5%). I ricavi crescono del 35,4% (da 82,6 a 111,8 milioni) e del 6,1% pro-formando Banca Esperia: il margine di interesse sale del 14,9% (da 17,5 a 20,1 milioni), i proventi di tesoreria da 6,4 milioni a 6,8 milioni; le commissioni sono in forte aumento da 58,7 a 84,9 milioni (+44,6%) suddivise tra Mediobanca Private Banking e società di gestione connesse per 40,1milioni, Compagnie Monégasque (25,1 milioni contro 22,4 milioni), Cairn Capital per 9,8 milioni (11,7 milioni) e Spafid (9,9 milioni contro 5,3 milioni).

Parallelamente i costi di struttura crescono del 44% (da 59,8 a 86,1 milioni); l’aumento si riduce al 10% al netto dell’effetto Banca Esperia e riguarda principalmente il rafforzamento dei sistemi informatici e alcune componenti non ricorrenti del personale.

A livello di singole unità la Compagnie concorre con un utile netto di 14,8 milioni, dopo ricavi per 47,8 milioni, costi per 30,2 milioni e imposte per 3,4 milioni; Mediobanca Private Banking e società di gestione connesse mostrano un utile netto di 6,2 milioni, dopo ricavi per 44,3 milioni e costi per 35,2 milioni; Cairn Capital chiude con ricavi per 10 milioni e costi per 9,7 milioni; Spafid (attività fiduciaria e servizi alle imprese) segna ricavi per 9,9 milioni e costi per 9,5 milioni.

Gli attivi gestiti/amministrati a fine dicembre ammontano a 23,9 miliardi, in crescita di circa 1 miliardo nel semestre, ripartiti tra: Compagnie (stabili a 6,7 miliardi), Mediobanca Private Banking e relative fabbriche (14,4 miliardi contro 13,7 miliardi) e Cairn (2,8 miliardi contro 2,5 miliardi).

Nel comunicato inoltre si sottolinea. “Lo scorso novembre è stato annunciato il perfezionamento di una partnership con RAM Active Investments (closing previsto entro giugno 2018 con l’ottenimento delle autorizzazioni da parte delle autorità competenti), volta al potenziamento della piattaforma di Mediobanca Alternative Asset Management; RAM, costituita nel 2007, con sede a Ginevra, è uno dei principali gestori azionari sistemici europei ed offre una gamma di prodotti e distribuzione complementare a quella di Cairn Capital. RAM ha masse gestite per circa €4 miliardi, ricavi per circa €50 milioni e utile netto per circa €17milioni. L’operazione prevede l’acquisto a pronti del 69% tra cui una quota dal management che rimarrà operativo almeno per i prossimi dieci anni; lo storico socio e investitore istituzionale di RAM, il gruppo Reyl, manterrà una quota del 7,5% nella società. Si stima che la transazione assorbirà circa 30 bps del CET1 includendo gli accordi put&call, di seed capital e pagamento 50% cash – 50% in azioni Mediobanca) e contribuirà ad aumentare le commissioni del 30% a livello di Private Banking e del 10% a livello di Gruppo Mediobanca”.

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