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Bim punta a tornare regina del private banking

9/12/2018 | Eugenio Montesano

Il piano strategico 2019-2021 di Banca Intermobiliare conferma l’ambizione di occupare una posizione rilevante nel private banking di fascia alta. Obiettivo 200 banker entro il prossimo triennio.


Fare di Banca Intermobiliare uno dei principali operatori indipendenti del private banking italiano. È l’obiettivo del Cda della banca privata torinese guidata da Matteo Colafrancesco (nella foto), oggi proprietà del fondo britannico Attestor Capital, che lo scorso 6 settembre ha approvato il piano strategico per il triennio 2019-2021.

 

Il piano “conferma la volontà di consolidare il posizionamento strategico nel settore degli operatori indipendenti del private banking” specificando, tra l’altro, l’avvio del progetto di sviluppo della rete commerciale con il reclutamento di private banker “altamente qualificati” con l’obiettivo di rafforzare le fila della rete fino a raggiungere “oltre 200 banker” entro il 2021.

 

Il Cda di Bim, si legge nel piano, “conferma l’ambizione di occupare una posizione rilevante nel mercato dei servizi di private banking di fascia alta reso da un operatore indipendente ed erogato per il tramite di un numero ristretto di private banker qualificati, in grado di garantire un servizio personalizzato a clienti con esigenze di consulenza evoluta”. 

 

Il Cda, prosegue il comunicato, “ritiene in questo contesto che la MiFID II rappresenti un contesto normativo favorevole a questo posizionamento, e che questo percorso necessiti un profondo rinnovamento degli strumenti disponibili, favorendo la digitalizzazione dei processi”.

 

Sono dunque previste azioni di intervento sulla gamma di offerta, “che sarà arricchita sia nelle modalità di erogazione della consulenza finanziaria, sia nella offerta di prodotti mirati alla clientela private”.


I dettagli del piano di crescita di Bim
Nel dettaglio, il piano prevede oltre 17 milioni di investimenti per rinnovare la struttura operativa e tecnologica e stimata una riduzione degli Rwa (Risk weighted assets, le attività per cassa e fuori bilancio, soprattutto derivati e garanzie, ndr) a circa 600 milioni contro i 1.100 al 30 giugno scorso, “con requisiti patrimoniali di vigilanza superiori ai livelli regolamentari minimi”.

 

La redditività-obiettivo degli asset al 2021 è dello 0,95%, “in linea con le best practices internazionali”, che la società punta a raggiungere attraverso investimenti per 17 milioni di euro a volti rinnovare la struttura operativa e tecnologica e con una razionalizzazione delle spese volta a riportare il cost/income ratio a 81% tra tre anni.

 

Un traguardo che segue il completamento del derisking – con la cessione dei crediti deteriorati e del patrimonio immobiliare – e il rafforzamento patrimoniale, che include un aumento di capitale da 91 milioni che dovrà essere approvato dall’assemblea straordinaria fissata al 28 settembre.

 

Il Cda della banca ha inoltre rinviato in quella data l’approvazione della relazione semestrale “in ragione delle operazioni straordinarie in corso di realizzazione”, mentre ha modificato gli schemi già approvati il 9 agosto scorso, con un incremento della perdita di periodo di 36 milioni. 

 

Il piano strategico di Bim ha finora incontrato il placet degli investitori, come dimostra il rally della società a Piazza Affari: da inizio settimana il titolo ha guadagnato il 61,1% (+42,2% da inizio settembre) recuperando le perdite accumulate nei tre mesi precedenti.

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