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AIPB, l'ultimo saluto di Bruno Zanaboni

2/2/2021

È morto il fondatore di AIPB che nel giugno 2004 ebbe il coraggio di fare uscire dall'ombra un'industria che seguiva alla lettera il principio della riservatezza.


“Sembra ieri, ma sono passati dieci anni da quando tutto ebbe inizio: è cominciato quasi per gioco, una sfida come tante altre, ma di quelle che possono considerarsi, col senno di poi, vincenti”. Con queste parole Bruno Zanaboni, fondatore e a lungo segretario generale di AIPB, raccontava la nascita nel giugno del 2004 dell’Associazione Italiana del Private Banking. E con queste parole vogliamo ricordare un professionista che per primo ha capito che la riservatezza tipica di un’industria non doveva tradursi in silenzio assordante. L’industria del private banking doveva far sentire la sua voce, uscire da quell’ombra che non serviva alla crescita del settore e che, alla fine, forse non faceva del bene neanche al cliente. 

 

Bruno Zanaboni ieri ci ha lasciato. «Ciao Bruno, sei stato un precursore dei tempi. Dobbiamo a te la nascita di questa Associazione che ha contribuito alla cultura finanziaria del nostro Paese. Ti ricorderemo sempre con affetto e stima», hanno subito scritto sul sito di AIPB, il Presidente Paolo Langé, il Vicepresidente vicario Claudio Devecchi, il Segretario Generale Antonella Massari, il Consiglio di Amministrazione, i Soci e i colleghi AIPB.

 

Un precursore che aveva paragonato la nascita di AIPB a quella di una startup, “di quelle che nel settore dell’informatica potrebbero nascere in un garage: tutto cominciò, infatti, con un’idea innovativa e un banco dell’Università Cattolica di Milano, trasformatosi successivamente in uno studio indipendente, ma non troppo spazioso, fino alla sua attuale e accogliente struttura” scrisse nel volume che celebrava i primi 10 anni di AIPB. 

 

“Mi sento oggi di testimoniare, trascorso un decennio, che l’Associazione ha rappresentato, nel tempo, un’Istituzione in grado di colmare lacune di tipo culturale dell’industria Private, guadagnandosi, con assiduo e intenso lavoro, un’ottima reputazione agli occhi dei players nazionali e, ciò che più mi interessa, una garanzia di professionalità”, affermò nel 2014. Nulla di più vero. Con la consapevolezza di dover gestire un’eredità non semplice e con grande stima la redazione di ADVISOR si stringe con affetto ai familiari e a tutti i professionisti di AIPB.

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