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Private Equity, obiettivo 1000 miliardi di dollari nel 2021

7/30/2021 | Lorenza Roma

Secondo il report semestrale Bain & Company, il primo semestre si è rivelato caldo per il mercato del private equity: a livello globale, il valore dei deal ha raggiunto i 539 miliardi di dollari


Il 2021 si avvia ad essere di gran lunga il miglior anno nella storia del private equity, con un valore complessivo dei deal che potrebbe raggiungere mille miliardi di dollari entro la fine dell'anno. Se ciò dovesse verificarsi, vorrebbe dire che il settore avrebbe essenzialmente triplicato le sue dimensioni in 10 anni.  E' quanto emerge dall’aggiornamento di metà anno del Report annuale Private Equity di Bain & Company.

 

Hugh MacArthur, responsabile a livello globale dell’attività di private equity di Bain & Company, ha commentato: Il sovradimensionamento del mercato ha generato fondi sempre più grandi, che chiudono operazioni sempre più significative. E dato che al 30 giugno la potenza di fuoco ancora inespressa del settore (dry powder) ha toccato un nuovo record a 3.300 miliardi di dollari (di cui circa 1.000 solo nei fondi di buyout, è evidente che ci sia ancora molto margine di crescita per le attività di private equity”.

 

Nei primi sei mesi del 2021, a livello globale, il private equity ha generato deal da 539 miliardi di dollari: basti pensare che la media dell'intero periodo 2016-2020 si è attestata a 543 mld di dollari. Se il trend dovesse continuare e il valore, sull’intero 2021, dovesse toccare quota 1.000 miliardi di dollari, il mercato supererebbe nettamente il precedente record di 804 miliardi di dollari, stabilito nel 2006, quando il settore ha raggiunto il picco, prima della crisi finanziaria globale. “Un altro elemento interessante da sottolineare in questo scenario è che il boom del mercato è dovuto non tanto al numero delle singole operazioni - che è comunque in crescita – quanto al valore medio dei deal. La dimensione media degli accordi, infatti, è aumentata del 48%, passando da 718 milioni di dollari a 1,1 miliardi di dollari”, ha aggiunto MacArthur.

 

La forza del mercato è stata evidente su tutti i settori merceologici, ma il comparto tecnologico ha continuato – anche in questo periodo – ad essere protagonista. In particolare, un accordo di buyout su tre, nella prima metà dell’anno, ha coinvolto un’azienda tech (soprattutto nel software). Questo numero - già significativo - tende comunque a sottostimare l’appetito degli investitori di private equity per la tecnologia, dato che non comprende sottosettori legati ad essa come il fintech, i servizi tech enabled e l'IT sanitario. Visto lo stretto legame tra tecnologia e crescita e tra crescita e multipli più elevati, la tendenza ad investire in questi settori continuerà probabilmente nei mesi e negli anni a venire.

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