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A capo del private - Benetti racconta numeri, strategia e differenza di Credem Euromobiliare PB

3/6/2024 | Daniele Barzaghi

Prosegue il racconto dell'industria italiana del private banking di Advisor, coinvolgendone direttamente i protagonisti in interviste brevi e concrete


Matteo Benetti (in foto), direttore generale di Credem Euromobiliare Private Banking, coordina i wealth manager della banca-rete del gruppo Credem più orientata verso la clientela con patrimoni finanziari superiori ai 500.000 euro.

Proseguiamo con lui la mappatura dell'industria italiana del private banking, interloquendo direttamente con i protagonisti del mercato attraverso una serie di interviste brevi e concrete. (Qui le precedenti interviste, con Andrea Ghidoni di Intesa Sanpaolo PB, Marco Bernardi di Banca Generali e Giampaolo Stivella di Fineco).

 

Matteo Benetti, delineiamo quello che è oggi il perimetro della vostra struttura di private banking a partire dai numeri. Quanti private banker avete, quante masse gestite, qual è la vostra presenza territoriale tra filiali e presidi di natura diversa?

Siamo oggi la quinta private bank in Italia, con oltre 41 miliardi di assets. Operiamo tramite 700 tra private banker dipendenti e consulenti finanziari supportati da più di 300 persone tra uffici centrali e operativi di filiale. Possiamo contare su un network di circa 80 filiali private e centri finanziari distribuiti su tutto il territorio nazionale. Nel nostro primo anno di vita abbiamo raccolto circa 2 miliardi di nuovi apporti, livello record per il nostro Gruppo. 

 

Quali aspetti hanno caratterizzato la vostra azione nell’ultimo semestre? Su quali elementi vi state concentrando in particolare?

Dopo un 2022 traumatico per i clienti, con forti storni sia della componente obbligazionaria sia di quella azionaria, si può capire che per molti conti deposito e bond governativi abbiano potuto rappresentare una boa di ancoraggio. 

La ricerca di soluzioni per la gestione efficiente della liquidità e i Titoli di Stato, se ben diversificati, fanno parte strutturalmente di un’allocazione ottimale. Strumenti che, però, devono essere usati nelle proporzioni giuste evitando anche pericolose concentrazioni. Però non possiamo dimenticare che la ricerca di rendimento nel medio-lungo periodo passa necessariamente attraverso un’esposizione crescente all’azionario. 

L’investitore italiano è storicamente più difensivo dei suoi vicini europei ed anglo-sassoni. Questa sotto-esposizione si paga nel tempo però. Ne va quindi della nostra responsabilità sociale preservare il valore del risparmio privato, uno dei nostri principali atout dell’Italia nel contesto internazionale, anche attraverso percorsi di educazione finanziaria dei nostri clienti.

 

Come spiegare a un cittadino risparmiatore o a un private banker concorrente cosa distingue il vostro modello dall’offerta delle altre banche?

Facciamo parte del gruppo Credem, banca più solida in Europa come di recente confermate dalla BCE. Siamo una banca che sin dalle sue origini è stata costruita da imprenditori per imprenditori. Uniamo due qualità che difficilmente si conciliano in natura, ovvero dimensioni importanti e un perimetro societario completo di tutte le società attive nel Wealth Management mantenendo però un approccio e un servizio da boutique finanziaria. Infine il nostro sviluppo è intrinsecamente sostenibile, in quanto applichiamo a noi stessi in primis i requisiti di sostenibilità che applichiamo anche ai prodotti di investimento che distribuiamo. 

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