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Banche europee, Basilea III avvicina la redditività a quelle USA

2/23/2024 | Redazione ADVISOR

Secondo l'ultimo report sul settore di Oliver Wyman, circa 35 miliardi di dollari di ricavi degli istituti d’affari USA potrebbero passare di mano, di cui almeno la metà agli istituti del Vecchio Continente


Per la prima volta dalla crisi finanziaria globale, il futuro per le banche d’affari europee appare roseo, con ricavi in crescita e gli standard di 'Basilea III Endgame' che dovrebbero aiutare a colmare il divario di redditività rispetto agli istituti americani. A dirlo è l’ultimo report sul settore di Oliver Wyman, società di consulenza strategica globale che fa capo a Marsh McLennan.

Dal 2019, evidenzia lo studio intitolato “How European Wholesale Banks Can Seize The Moment”, i ricavi del wholesale banking europeo sono cresciuti del 20%, raggiungendo 195 miliardi di dollari nel 2023. A trainare la crescita è stata l'attività di trading in un contesto di elevata volatilità e maggiori entrate dagli interessi, grazie ai rialzi dei tassi da parte delle banche centrali. Se dovesse materializzarsi un soft landing e un allentamento della politica monetaria nel 2024, Oliver Wyman prevede ricavi stabili per il biennio 2024-25, con un bacino di entrate superiore del 20% rispetto all'era pre-COVID-19.

Ma a cambiare davvero lo scenario potrebbero essere le nuove regole sui requisiti del capitale note come “Basilea III Endgame”, ultima parte dell’insieme di riforme che dopo la crisi finanziaria hanno rafforzato la supervisione e gestione dei rischi nel settore bancario e finanziario. Le attuali proposte delle autorità statunitensi, se attuate, comporterebbero un aumento del 35% delle attività ponderate per il rischio (risk-weighted assets, RWA) per le banche americane a livello globale e per le filiali statunitensi di banche internazionali, rispetto ad appena il 15% per le banche del Vecchio Continente sulla base delle proposte europee.

Gli esperti di Oliver Wyman evidenziano infatti come le norme USA sarebbero più severe di quelle europee per quanto riguarda le modalità di calcolo del capitale per il rischio di mercato, di credito e operativo. Anche se sono ancora possibili delle modifiche, le nuove regole potrebbero portare a una riduzione della redditività di 2-3 punti percentuali per le banche wholesale statunitensi, rispetto a 0-1 punti percentuali per le banche europee, andando dunque a colmare gran parte del divario attualmente in favore degli istituti americani.

Secondo lo studio, 35 miliardi di dollari di ricavi delle banche USA potrebbero essere assorbiti da altri fornitori, di cui circa la metà da banche europee, e un’altra metà da istituzioni finanziarie non bancarie, come i fondi di private credit e i fornitori di liquidità non bancari. Dopo oltre un decennio di perdita di quote di mercato a favore delle banche statunitensi, le banche europee potrebbero avere ora l'opportunità di recuperare terreno.

“Dopo una lunga ristrutturazione,” spiega Claudio Torcellan (in foto), Market Leader per il Sud-Est Europa di Oliver Wyman, “il settore del wholesale banking europeo poggia ora su fondamenta robuste che consentono di ottenere solidi rendimenti. Le prospettive dei ricavi del mercato sono costruttive e il panorama normativo potrebbe creare ulteriori opportunità di guadagnare quote e rafforzare i rendimenti. La partita si giocherà sul trading (soprattutto fixed income), sui derivati e sul lending strutturato, tutte aree che vedono le banche italiane particolarmente ben posizionate, a condizione che siano pronte a fare scelte strategiche coraggiose sul medio-lungo termine, per rafforzare le proprie divisioni di corporate & investment banking. In un momento in cui il nostro Paese si confronta con la necessità di sostenere il PIL per coprire il debito, e di finanziare la transizione climatica, oltre che con il tema delle privatizzazioni, si tratta di un treno che non possiamo permetterci di perdere.”

Il report conclude con alcune misure che le banche europee dovrebbero mettere in atto per approfittare di questa opportunità: dal concentrare le risorse nelle aree più profittevoli, in cui potersi espandere con bassi costi marginali, al creare partnership con player non bancari nell’ambito della transizione strutturale verso il private credit. Altre iniziative consigliate sono una maggior collaborazione tra il business wholesale e altre aree quali il wealth management e l’attività di banca commerciale, e una continua attenzione all’efficienza in termini di costi, anche facendo leva sull’automazione per ottimizzare e scalare i processi.

 

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