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2/5/2019 | Stefano Massarotto – Facchini Rossi & Soci
Con la sentenza n. 32823 la Cassazione interviene – a memoria per la prima volta – sul regime fiscale del patto di famiglia.
È un peccato, purtroppo, che lo fa con una interpretazione che lascia perplessi e che se non sarà oggetto di una ritrattazione rischia di rendere l’istituto del patto di famiglia nei fatti inutilizzabile!
Ma cos’è il patto di famiglia? In due parole è la possibilità per un imprenditore di gestire il passaggio generazionale della propria impresa, trasferendo ad uno o più discendenti l'azienda o le quote di partecipazione al capitale della “società di famiglia”, senza che vi possano essere contestazioni in sede di eredità.
Il patto di famiglia comporta quindi:
Ora, la fase “critica” dal punto di vista fiscale è proprio l’attribuzione – necessaria – da parte del beneficiario del patto a favore del legittimario non beneficiario. Ed è proprio su questo punto che la Cassazione “azzoppa” il patto di famiglia concludendo che non solo il trasferimento è tassato, ma lo è addirittura con le aliquote/franchigie tra i due soggetti (nella specie 6% in quanto fratelli).
Senza un ripensamento di tale interpretazione, i passaggi generazionali di aziende attraverso l’istituto del patto di famiglia saranno destinati ad avere poco futuro.
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