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I PIR 2.0: il 3,5% andrà a PMI e Venture capital

5/22/2019 | Stefano Massarotto – Facchini Rossi & Soci

Prosegue il percorso di rilancio dell’economia reale. Ma occorrerà attendere i prossimi mesi per un effettivo riscontro da parte del mercato.


Finalmente in Gazzetta Ufficiale l’atteso Decreto attuativo della Legge di Bilancio 2019 contenente la nuova disciplina in materia di PIR, applicabile ai piani di risparmio costituiti a partire dal 1o gennaio 2019.

 

I PIR - introdotti dalla Legge di Bilancio 2017 – sono, lo si ricorda, piani individuali di risparmio i cui rendimenti beneficiano di un regime di esenzione fiscale a condizione, tra l’altro, che siano detenuti per almeno 5 anni e per almeno i due terzi dell’anno le somme siano investite per almeno il 70% in strumenti finanziari emessi da società italiane (o UE/SEE con S.O. in Italia).

 

Proprio sui vincoli di investimento, la Legge di Bilancio 2019 ha fissato taluni ulteriori vincoli aventi ad oggetto la sopra citata quota del 70% del Piano che dovrà rispettare - in ciascun anno solare di durata del Piano e per almeno due terzi dell’anno stesso - i valori minimi di investimento in strumenti finanziari emessi da PMI e in quote o azioni di Fondi per il Venture Capital.

 

Più in particolare, il Decreto del 30 aprile 2019 stabilisce che la quota del 70% del valore complessivo del piano di risparmio a lungo termine deve essere investita:

  • per almeno il 5% in strumenti finanziari, ammessi alle negoziazioni sui sistemi multilaterali di negoziazione, emessi da PMI ammissibili;
  • per almeno il 5% in quote o azioni di Fondi per il Venture capital, o di Fondi di fondi per il Venture capital che investono prevalentemente in PMI non quotate.

 

Ai fini del computo della quota di investimento, il Decreto considera ammissibili gli strumenti di equity e quasi-equity e, tra l’altro, precisa che le PMI ammissibili non possano ricevere risorse finanziarie per un ammontare complessivo superiore a 15 milioni a titolo di qualsiasi misura di aiuto per il finanziamento del rischio.

Prosegue, insomma, il percorso di rilancio dell’economia reale, sebbene occorrerà attendere i prossimi mesi per un effettivo riscontro da parte del mercato.

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