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01/02/2022

La proposta di Direttiva fiscale UE sulle shell companies

Highlights
  • Stretta sulle società di comodo che continuano a rappresentare un rischio per l’utilizzo a fini fiscali impropri come da ultimo confermato dai noti “Pandora papers”
La News

L’Unione europea ha recentemente pubblicato (il 22 dicembre 2021) una proposta di Direttiva (COM (2021) 565 final) volta a contrastare l’interposizione (ad esempio da parte di persone fisiche o investitori extra-UE) di società di comodo (o special purpose vehicles) per ottenere vantaggi fiscali indebiti all’interno dell’Unione europea.

Il timing previsto dalla Commissione europea è abbastanza stringente: la Direttiva dovrebbe applicarsi dal 1° gennaio 2024 e con effetti parzialmente retroattivi (la valutazione dello status di shell company è fatta, infatti, con riferimento ai due anni precedenti e, quindi, presumibilmente, dal 1° gennaio 2022).

La Commissione evidenzia che recentemente sono stati compiuti importanti progressi con l’adozione della direttiva anti-elusione (ATAD) e l’ampliamento del campo di applicazione della direttiva sulla cooperazione amministrativa (DAC); tuttavia, le società di comodo continuano a rappresentare un rischio per l’utilizzo a fini fiscali impropri, come l’evasione e l’elusione fiscali, come da ultimo confermato dai noti “Pandora papers”.

Al fine di contrastare tali pratiche, la proposta di Direttiva individua le shell companies attraverso un processo per fasi – o gateway – e alcuni indicatori relativi all’attività e alla sostanza minima di tali veicoli. I veicoli societari che soddisferanno i criteri della Direttiva saranno oggetto di scambio automatico di informazioni e saranno classificati come “shell companies”, così perdendo i benefici fiscali previsti dalle Direttive comunitarie – come la Direttiva Ue sui dividendi intracomunitari (cd. “Madre-figlia”) e quella sugli interessi e royalties comunitari – e dalle Convenzioni contro le doppie imposizioni.

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