Intesa Sanpaolo chiude i primi tre mesi del 2018 con un utile netto pari a 1,25 miliardi di euro, il migliore dal 2008 con una crescita del 39% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Carlo Messina consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, commenta così: "Nel primo trimestre di quest’anno abbiamo conseguito risultati solidi e di qualità elevata, il che consente al nostro Piano d’Impresa di partire di slancio. Se includiamo la plusvalenza relativa alla transazione con Intrum l’utile netto sale a 1,65 miliardi di euro, un valore pari al 43% dei 3,8 miliardi di utile dello scorso anno".

 

La divisione private banking fa registrare proventi operativi netti per 480 milioni (pari al 10% dei proventi operativi netti consolidati del Gruppo), -0,3% rispetto a 482 milioni del quarto trimestre 2017 e +2,6% rispetto a 468 milioni del primo trimestre 2017. Un risultato netto pari a 242 milioni +18,6% rispetto a 204 milioni del quarto trimestre del 2017 e +6,1% rispetto a 228 milioni del primo trimestre dello scorso anno.

 

La divisione dell'asset management invece ha fatto registrare proventi operativi netti di 192 milioni (pari a circa il 4% di quelli netti consolidati del Gruppo), -16,5% rispetto a 230 milioni del quarto trimestre 2017 e +7,9% rispetto a 178 milioni del primo trimestre 2017. Un risultato netto pari a 121 milioni -13,9% rispetto a 140 milioni del quarto trimestre dello scorso anno e +5,2% rispetto a 115 milioni del primo trimestre dello stesso anno.

 

Complessivamente sull'industria del risparmio gestito ancora il consigliere: "La raccolta netta è stata di circa 5 miliardi di euro. Ci confermiamo ai vertici delle banche europee per efficienza, con un cost/income al 47,8%. Il Common Equity si attesta al 13,4% mostrando una patrimonializzazione solida e in aumento, a livelli ampiamente superiori ai requisiti fissati dal regolatore negli scenari più avversi e ben più elevati rispetto alla media dei concorrenti".