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Ersel, Rotti: “Ecco come diventeremo la boutique più importante in Italia”

11/29/2021 | Daniele Riosa

L’amministratore delegato di Ersel, intervistato da Advisoronline, sottolinea che “riteniamo di essere attrattivi per tutti quei professionisti che vedono in noi un’alternativa al modello di banca commerciale e a quello delle reti”


Ersel, il 13 novembre, ha ricevuto l’approvazione da Banca d’Italia, completando così un percorso evolutivo avviato tre anni fa con l’acquisizione della maggioranza di Banca Albertini. Andrea Rotti, l’amministratore delegato di Ersel, con un’intervista ad Advisoronline, svela le strategie che porteranno l’istituto a diventare “la boutique indipendente di Wealth Management più rilevante sul mercato italiano".

Ersel S.p.A. si propone di diventare il punto di riferimento del wealth management in Italia. Come intendete raggiungere questo obiettivo?
“Auspichiamo di essere la boutique indipendente di Wealth Management più rilevante sul mercato italiano perché abbiamo una lunga storia, un forte commitment degli azionisti e un team manageriale solido e compatto che, insieme all’impegno degli azionisti storici, ha guidato una transizione verso un modello adeguato ai tempi. Conosciamo profondamente sia il tessuto di riferimento sia la logica dell’industria del Wealth Management, ed è proprio in questa direzione che abbiamo orientato una moderna piattaforma di servizi allargata e flessibile in grado di gestire la complessità dei patrimoni delle famiglie imprenditoriali. Per questo, riteniamo di essere attrattivi per tutti quei professionisti che vedono in noi un’alternativa al modello di banca commerciale e a quello delle reti, e che ci apprezzano per essere soprattutto un player distintivo per la vicinanza al cliente, l’originalità nel trovare soluzioni e l’innovazione del servizio".

Che cosa contraddistingue il vostro servizio?
“Il nostro servizio si fonda su un modello che poggia su quattro pilastri operativi: il primo è ben identificato nella fiduciaria Simon e copre tutti i servizi professionali rivolti alla pianificazione patrimoniale/successoria e di family office; il secondo è il private banking che comprende tutti i servizi di gestione con un focus sulle personalizzazioni e customizzazioni e, con la fusione e creazione del nuovo sistema informativo, anche la disponibilità del servizio multiportfolio; poi c’è l’asset management che completa la piattaforma di Wealth Management e annovera le società di Ersel Asset Management SGR ed Ersel Gestion Internationale; infine, il comparto di Online SIM, la piattaforma italiana di distribuzione online di fondi che ha sia una clientela privata sia una clientela istituzionale”.

L’apertura della nuova sede milanese di via Caradosso come si inserisce nel vostro progetto di espansione?
“L’apertura della nuova sede ci consentirà di proseguire nel nostro piano di crescita attraendo talenti professionali e nuovi private banker che possano giovare della qualità e piena articolazione dei servizi offerti dal Gruppo. Oggi la società conta masse per oltre 20 miliardi di euro e 80 banker che lavorano come dipendenti o agenti nelle 4 sedi di Milano, Torino, Bologna e Reggio Emilia. Sui progetti futuri c’è in previsione l’acquisizione di nuovi banker, non più di 2 o 3 l’anno, in aree del Paese ritenute strategiche, come Roma e Veneto, dove ci sono possibili sviluppi concreti".

Le esigenze del cliente private sono cambiate a seguito della pandemia?
“Il nostro settore, soprattutto a seguito della pandemia, deve fare sempre più i conti con la tecnologia e le gestioni personalizzate dei clienti private, ed essere in grado di favorire nuove forme di collaborazione digitale con il cliente. L’evoluzione dei nostri sistemi informativi, anche nella trasformazione in banca, va esattamente in questa direzione: la digital collaboration con i clienti è sempre più elevata e volta a fornire alcuni tool come le gestioni multiportafoglio di cui prima d’ora non disponevamo. Nello specifico, riscontriamo particolare interesse verso i “Real Asset”, ed è un dato di fatto che anche nel private banking l’attenzione dedicata ai mercati privati sia sempre più rilevante. Quello che cerchiamo di fare è offrire una modalità d’investimento tipica dell’investitore istituzionale: con Fondaco SGR, ad esempio, Ersel ha lanciato un fondo di private equity e, successivamente, un FIA mobiliare chiuso e riservato di diritto italiano in partnership con Equiter. Oltre agli investimenti in 'Real Asset', stiamo ampliando l’offerta del credito lombard, portato avanti sin dall’ingresso di Banca Albertini nel perimetro del Gruppo; in questo momento storico, con i tassi di interesse ai minimi, anche chi non aveva mai preso in considerazione questa opportunità lo sta facendo. Infine, complice il fatto che in Italia la ricchezza sia detenuta soprattutto dalle generazioni più mature, stiamo supportando i nostri clienti nel passaggio generazionale del capitale. Sempre più clienti oggi vogliono che il patrimonio abbia una destinazione ben organizzata, finalizzata non solo a supportare le nuove generazioni nelle esigenze familiari ma soprattutto nello studio e nella capacità di investire".

Quali sono le prospettive del settore per il 2022?
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Il settore è in forte evoluzione sia per quanto riguarda alcune sue caratteristiche strutturali sia per quanto attiene al contesto specifico dei mercati finanziari. Sul primo aspetto è innanzitutto evidente che è necessaria una scala minima per affrontare le sfide poste dalla competizione specialistica e dalla rilevanza della normativa di riferimento e questo ha i suoi riflessi sulla capacità di competere per attrarre i talenti non solo attraverso le politiche salariali ma anche con la forza di modelli di business stabili e dalla chiara identità aziendale. Inoltre, sono da affrontare le sfide poste da un’evoluzione dei servizi in grado di far convivere lo ‘Human touch’ della relazione fiduciaria con la fruibilità delle tecnologie digitali, quelle poste da una generazione della ricchezza che avviene sempre più attraverso liquidity event o i passaggi generazionale e da una forte attenzione alle tematiche di investimento ESG. Per quanto attiene al contesto specifico dei mercati finanziari siamo in un’epoca con poche soluzioni di investimento facili, si pensi alle difficoltà nel reddito fisso, e un gran interesse legittimo per i mercati privati. Ciò rende ancor più necessario l’affiancamento di un intermediario qualificato per affrontare le tematiche di costruzione di una corretta e ragionata asset allocation di lungo periodo cui restare aderenti nel tempo e trovare le soluzioni migliori che la possano interpretare con forte presidio della qualità e dei rischi della gestione”.

 

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