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Mediobanca, il wealth management cresce del 33%

2/9/2022 | Redazione Private

Record di ricavi e boom dell’utile netto nel primo semestre


Mediobanca chiude il primo semestre col vento in poppa. Come comunica la banca guidata da Alberto Nagel, il periodo registra un record di ricavi (+12,2%, da 1.300,8 a 1.459,4 milioni), risultato operativo (+16,3%, da 592 a 688,7 milioni) e utile netto (+28,1%, da 410,6 a 525,8 milioni), con un indice costi/ricavi in riduzione al 43% (-2pp) e una profittabilità in crescita all’11% ROTE (+2pp).

Il margine di interesse è di 734 milioni di euro (+2% a/a) per la ripresa del Consumer (+3% a/a a 462 milioni di euro) a seguito del miglioramento degli erogati in volume e mix, e della riduzione del costo della raccolta.

Le commissioni nette salgono del 15,8%, da 382,8 a 443,2 milioni, con un ulteriore incremento nell’ultimo trimestre (a 240,5 milioni, +18,6% t/t); la performance del Wealth Management (+33,3%, da 160 a 213,2 milioni) è trainata dalle maggiori management fees (+30% da 120,5 a 156,7 milioni) collegate alla crescita delle masse gestite, al buon andamento delle performance fees che rimangono tuttavia contenute (da 4,5 a 9,7 milioni) e dagli up-front da collocamento (da 19,4 a 35,2 milioni) la cui crescita riflette principalmente l’iniziativa di private markets BlackRock, che nel tempo genererà management fees.

Il Corporate and Investment Banking batte il record dello scorso anno (+8,6%, da 172,2 a 187 milioni) con un significativo contributo, in particolare nell’ultimo trimestre, di Messier et Associés (da 24 a 45,8 milioni) e del Mid Corporate (da 6 a 16 milioni) ottenuti anche grazie alla stretta collaborazione col Private; i proventi da trading saldano a 97 milioni, in crescita dell’11,9%, consolidando la ripresa dell’attività con clientela (+45,9%, da 32 a 46,7 milioni) in particolare nel comparto Equity (40,8 milioni).

Il portafoglio proprietario concorre per 35 milioni (-8,6% da 38 milioni) per il minor incasso da realizzi su titoli del banking book (16,6 milioni contro 23,1 milioni) a fronte di un trading book in miglioramento (da 11,6 a 16,3 milioni). Il flusso di dividendi e altri proventi del Principal Investing resta pressoché invariato (15 milioni contro 16,5 milioni). 

Il Cost/income, è al 43%, malgrado la stagionalità dei costi (+8% le spese del personale e +7% le spese amministrative). In ulteriore calo le attività deteriorate (2,8% lordo e 1% netto degli impieghi) e i crediti classificati Stage 2 (7% lordo e 6,5% netto). Indici di copertura in aumento (al 67% per le deteriorate e all'1,3% per i crediti performing). I dati patrimoniali vedono il totale attivo passare nel semestre da 82,6 a 89,1 miliardi con impieghi e raccolta in aumento. In particolare, gli impieghi verso la clientela proseguono la tendenza in aumento (+4,9%, da 48,4 a 50,8 miliardi) per gli apporti Corporate and Investment Banking (21 miliardi contro 19,3 miliardi), Consumer (13,3 miliardi contro 12,9 miliardi) e mutui ipotecari CheBanca! (da 11,1 a 11,3 miliardi).

Il lesing registra un in lieve calo (da 1,8 a 1,7 miliardi). Vennedo alle moratorie in essere, queste Le ammontano a circa 373,4 milioni (0,7% contro 1,4% degli impieghi lordi di giugno 2021), in contrazione dopo il picco di maggio 2020 (circa il 5% degli impieghi) e rappresentano circa il 15% del totale concesso durante la pandemia (2,5 miliardi). I volumi residui sono concentrati nel Leasing (65%) e mutui ipotecari (28%).

Prevedibile andamento gestionale

Le stime per i prossimi sei mesi - conclude la nota di Mediobanca - mostrano una stabilizzazione dei volumi creditizi anche se proseguirà il recupero del credito al consumo, prodotto a maggior marginalità.

Buone la pipeline dell’Investment Banking e le attese di redditività del Wealth Management che dovrebbe beneficiare delle accresciute masse medie e della costante attenzione allo sviluppo di nuovi prodotti per la clientela. Sulla base dell’intensa attività commerciale si prevede un solido 18 sviluppo dei ricavi che potrà essere tuttavia influenzato dalla maggiore volatilità dei mercati e dalla minore incidenza di elementi non ricorrenti.

Il secondo semestre vedrà un proseguimento degli investimenti in innovazione e capacità distributiva del Gruppo con conseguente incremento dei costi di struttura senza tuttavia incrementare il C/I rispetto allo scorso esercizio. Il costo del rischio è atteso rimanere su livelli particolarmente contenuti potendo contare sulla qualità degli attivi, un’ampia dotazione di overlay ed indicatori di rischio al momento sotto controllo

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