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09/08/2017
Le banche centrali sono pronte al tapering?
di Nordea
Highlights- I mercati aumenteranno l’avversione al rischio o i toni delle Banche Centrali si placheranno? Secondo lo strategist di Nordea, Witold Bahrke, nella seconda parte dell’anno a recedere saranno...

Recentemente i mercati sono diventati sempre più sensibili ai segnali provenienti dalle Banche centrali e hanno ragione a preoccuparsi. Il contesto economico vede un progresso di crescita in rallentamento e un’inflazione ancora debole, fattori che non motiverebbero un intervento restrittivo dei banchieri centrali, ma è proprio quello che sta succedendo. In altre parole, il tightening è tornato di moda: meno c’è, meglio è.
In Europa la situazione è ancora da definire, con Mario Draghi, numero uno della Bce, che durante l’ultimo meeting ha dribblato le domande “scomode” di chi chiedeva maggiori dettagli su quando inizierà il restringimento del credito. Oltreoceano, al contrario, la Fed sta preparando il terreno alla riduzione del suo bilancio, pronta ad entrare nel percorso inesplorato del quantitative tightening. Ci sono buone ragioni per farlo, come limitare il rischio finanziario alla luce delle valutazioni attuali e dei ben pochi timori che stanno dimostrando gli investitori. Di fatto, però, è anche un enorme esperimento: la storia non può insegnare e nessuno sa quali potrebbero essere effettivamente gli effetti della dieta.
In ogni caso, il punto fondamentale è che il cardine sul quale si è basata la corsa di molte asset class sta per venire meno e i mercati dovranno cercare un sostituto, probabilmente con scarso successo, almeno nei prossimi mesi. Detto ciò, il mix di debolezza economica, stretta monetaria e asset costosi è insostenibile e si ritiene che entro la fine dell’anno almeno uno di questi elementi dovrà venir meno.
I mercati aumenteranno l’avversione al rischio o i toni delle Banche Centrali si placheranno? Secondo lo strategist di Nordea, Witold Bahrke, nella seconda parte dell’anno a recedere saranno i mercati, con le Banche centrali che non possono permettersi un ping pong falco-colomba a meno di non voler dire addio alla loro credibilità nel lungo termine.
In un contesto incerto di mercato, pertanto, mantenere in portafoglio asset ‘difensivi’ – investimenti cioè che sono in grado di proteggere il portafoglio durante le fasi di ribasso dei mercati – potrebbe risultare una soluzione vincente nel medio termine.
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