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17/01/2018
Azioni, credito, bond: ecco cosa attendersi
di Nordea
Highlights- I mercati hanno mostrato segnali tipici di fine ciclo economico. Tuttavia ciò non significa che stiamo necessariamente andando incontro ad una correzione improvvisa...

Il 2017 è stato un anno insolito per i mercati nel senso che non abbiamo assistito ad alcun drawdown di rilievo. Questo è un fatto anomalo, soprattutto se consideriamo quanto visto negli ultimi anni.
Ricorderete che, nell’estate del 2015, abbiamo assistito ad una fase di turbolenza dovuta alle preoccupazioni della Grexit, ai timori di un potenziale aumento dei tassi da parte della Fed, e ai timori circa la debolezza del mercato cinese. Nel 2016 invece, preoccupazioni sull’economia globale e la flessione dei prezzi delle materie prime, unitamente all’assenza di crescita degli utili aziendali e alla Brexit, hanno esercitato forti pressioni sui mercati azionari di tutto il mondo, causando un paio di episodi caratterizzati da un picco di volatilità e un selloff rilevante degli asset rischiosi.
Nel 2017 non abbiamo assistito a nulla di tutto ciò. La costante crescita globale e molti risultati positivi in campo politico hanno favorito la riduzione della volatilità del mercato. La maggior parte delle regioni hanno messo a segno buoni risultati, sebbene le performance siano state più eterogenee a livello settoriale. Sotto questo punto di vista, i mercati hanno mostrato un comportamento simile a quello registrato alla fine degli anni 90, o più recentemente nel 2006 – 2007 mostrando segnali tipici di fine ciclo economico. Tuttavia ciò non significa che stiamo necessariamente andando incontro ad una correzione improvvisa.
Cosa attendersi dal 2018?
Il segmento del credito – particolarmente quello high yield – è dipendente dal sostegno del contesto macroeconomico. Una potenziale normalizzazione delle attuali condizioni macroeconomiche risulterebbe problematica per un ulteriore restringimento degli spread di credito. Sul segmento dei bond governativi, i rendimenti sono ancora ridotti e dovranno probabilmente normalizzarsi nei prossimi anni. Tuttavia, quanto i rendimenti attuali siano lontani da un eventuale livello più “normalizzato” varia abbastanza da regione a regione. In ogni caso, in un contesto di asset allocation, sebbene i rendimenti siano bassi, i bond governativi rimangono uno degli ingredienti che offrono diversificazione rispetto agli asset rischiosi e sono in grado (sebbene con un grado progressivamente inferiore) proteggere il portafoglio durante una fase di potenziale sell-off dei mercati.
Per quanto riguarda il segmento azionario, il quadro è diverso a seconda dei settori. Il settore IT, e in particolare i multipli dei titoli connessi alle aziende del segmento Internet, riflettono aspettative di una crescita attesa che potrebbe risultare troppo ottimista. Quanto ai titoli dei settori più difensivi, dove il sentiment di mercato appare più modesto, le valutazioni invece sono sicuramente più ragionevoli. Complessivamente, sebbene si ritenga improbabile che i mercati azionari possano ripetere le performance del 2017 ci sono sicuramente segnali incoraggianti particolarmente a seguito dello stimolo fiscale dell’amministrazione americana che potrebbe generare nuova linfa ai mercati anche per l’anno in corso.
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