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Private banker, se la soddisfazione non basta

10/10/2018 | Ufficio Studi AIPB

Misurare la soddisfazione potrebbe non bastare per considerare del tutto ingaggiati i professionisti. Quasi un quarto dei banker valuta la possibilità di entrare a far parte di un altro istituto nei prossimi cinque anni.


La relazione che lega i private banker con la propria banca può definirsi più che positiva e proficua, soddisfacendo i professionisti quasi nel 90% dei casi.

 

A trainare verso l’alto il grado di soddisfazione, aspetti tecnici come la frequenza e la qualità dell’informativa sull’andamento dei mercati (93%), la collaborazione con l’advisory desk (88%) e gli specialisti di prodotto (85%). Inoltre, l’orgoglio sentito dall’88% dei banker nell’appartenere all’istituto per cui lavora conferma la floridità di questa relazione.

 

Eppure, misurare il livello della soddisfazione potrebbe non bastare per considerare del tutto ingaggiati i professionisti che lavorano per noi: se è vero che la maggior parte dei banker non intende interrompere il rapporto lavorativo con la banca, quasi un quarto dei professionisti valuta la possibilità di entrare a far parte di un altro istituto nei prossimi cinque anni, magari alla ricerca di condizioni per lui più vantaggiose.

 

Il 58% dei banker, poi, vorrebbe essere coinvolto in alcune decisioni aziendali, esprimendo il desiderio di poter godere di una certa considerazione per la banca di cui fa parte.

 

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