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Fusco Femiano ad Advisor: “Ecco gli obiettivi di DLD Capital SCF”

2/14/2022 | Daniele Riosa

Il fondatore della neonata società di consulenza spiega che “esiste una specifica fascia del segmento private e high net worth che desidera essere seguita con un maggiore personalizzazione dell’offerta”


DLD Capital SCF ha appena visto la luce. L’otto febbraio infatti, dopo l’iscrizione all’albo tenuto da OCF, la società di consulenza finanziaria ha aperto le sua sede ai Parioli, uno dei quartieri più prestigiosi di Roma. Advisoronline ha intervistato il fondatore Edoardo Fusco Femiano, romano di nascita con un background di oltre 15 anni di esperienza nel settore della consulenza e del risparmio gestito.

Con quali obiettivi nasce DLD Capital SCF?
“Esiste una specifica fascia del segmento private e high net worth che lamenta una eccessiva standardizzazione dell’offerta. Mi riferisco ad individui con un alto livello di istruzione, che dispongono di un buon capitale personale e che desiderano essere seguiti con un maggiore personalizzazione dell’offerta, in particolar modo con riferimento alla gestione attiva del rischio di portafoglio. Parliamo di un capitale personale che, nel grande maggioranza dei casi, andrà ad integrare la pensione, con l’obiettivo di favorire il mantenimento dell’attuale stile di vita. Questa clientela ricerca una crescita costante del capitale in condizioni di rischio controllato”.

DLD è l’acronimo di Data, Logic, Discipline. Questi fattori come possono migliorare la qualità della consulenza per la fascia alta del private banking?
“Un approccio quantitativo, o rules-based, alla consulenza finanziaria rappresenta una scelta di trasparenza ed un deciso passo in avanti che il consulente compie nella direzione delle reali necessità del cliente. L’utilizzo di strumenti finanziari più efficienti e la strutturazione di portafogli d’investimento statisticamente più robusti sono i primi cardini del processo. Il terzo pilastro, la disciplina, viene dalla consapevolezza. Per queste ragioni DLD Capital SCF produce un report settimanale che consente di ricollegare i fatti che si osservano sui mercati alle nostre scelte di asset allocation. Come detto, la disciplina viene dalla fiducia nelle scelte d’investimento e questa, a sua volta, deriva dalla consapevolezza. Le probabilità di successo di un cliente ben informato sono decisamente superiori rispetto a quelle di uno che opera in assenza di informazioni aggiornate o in risposta allo stato emotivo del momento”.

Quanti banker avete a disposizione e quali sono le loro skills?
“In questo momento il focus mio e dei miei collaboratori è di sviluppare un servizio che sia all’altezza di quanto abbiamo dichiarato di voler fare. Sul piano delle competenze sono necessarie ottime conoscenze statistiche, la curiosità intellettuale dell’analista e la capacità di esplicitare questi concetti in maniera intuitiva. L’idea è che il cliente sappia che la sua asset allocation attuale è il c.d. ‘Piano A’ ma che, al variare delle condizioni di mercato, su base tattica, il consulente dispone di un ‘Piano B’ volto a proteggere maggiormente il patrimonio. La presenza di un ‘Piano B’, frutto di un processo statisticamente validato, rappresenta un elemento di rassicurazione che agevola il consulente sul piano operativo ed il cliente sul piano della fiducia nella sua controparte”.

Come intendete affrontare il tema del passaggio generazionale?
“Il tema è ben noto e, sinceramente, è difficile non sottolineare aspetti che già siano stati oggetto di approfondimento da parte di altri colleghi. Mi limito ad osservare come gli investitori Italiani tendano a tenere in scarsa considerazione la liquidità dei loro investimenti e, di conseguenza, a comparare rendimenti e volatilità di asset class molto diverse sotto questi profili. Viviamo nell’epoca dei tassi zero e dei rendimenti reali obbligazionari negativi e non credo che questo stato di cose sia destinato a cambiare nei prossimi anni: viviamo un contesto rispetto al quale siamo oggettivamente ancora culturalmente impreparati. Questo richiede uno sforzo ulteriore, tanto dal lato del consulente, nella ricerca di soluzioni che remunerino adeguatamente il capitale, quanto da quello del cliente che deve trovare un mentore sotto il profilo della conoscenza degli aspetti economici finanziari che governano oggi il mondo”.

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