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Private Academy - Gli ‘errori’ dei replicanti, tra leva e contango /2

10/17/2016 | Fabrizio Crespi (*)

Materie prime: alcune caratteristiche tecniche di Etf ed Etc non possono essere trascurate per una corretta gestione del portafoglio


Per investire nelle materie prime è necessario considerare alcune variabili, oltre a quelle legate alla sostituzione dei contratti future in scadenza (leggi).

 

Si tenga presente, per esempio, che il prezzo delle materie prime è normalmente espresso in dollari: questo significa che l’investitore italiano subisce implicitamente anche l’effetto cambio se l’ETC non è coperto (come usualmente è il caso per gli ETC quotati sull’ETF plus). Si noti, peraltro, che vi è una generale relazione inversa tra l’andamento del dollaro e l’andamento del prezzo delle materie prime: se il dollaro si apprezza il valore delle materie prime (ceteris paribus) diminuisce. Ciò significa che l’investitore italiano in ETC potrebbe al contempo essere favorito e sfavorito dall’andamento del tasso di cambio. Complessivamente, comunque, l’andamento del rapporto euro/dollaro incide significativamente in alcuni periodi sul valore dell’ETC, causando una ulteriore distorsione rispetto all’andamento della materia prima sottostante.

 

Infine, si presti particolare attenzione agli ETC con effetto leva, cioè quegli strumenti che permettono di amplificare la performance giornaliera della materia prima sottostante; ad esempio, un ETC long leva 3 avrà ogni giorno (al netto dell’effetto cambio) una variazione positiva (o negativa) tripla rispetto al prezzo della materia prima. L’aspetto spesso non considerato dagli investitori retail è che la leva viene rivista giornalmente: ciò provoca un effetto com pounding (cioè di capitalizzazione composta) che può alterare significativamente l’andamento del prezzo dell’ETC rispetto alle attese dell’investitore. Facciamo un esempio semplice. Immaginiamo di investire 100 euro in una materia prima che, in 4 giorni, realizza le seguenti performance: +3%, - 3%, + 3%, -3%. Dopo quattro giorni, il valore del nostro investimento si attesta a 99,82, cioè abbiamo realizzato una perdita di -0,18%. Ora, si ipotizzi di investire gli stessi 100 euro in un ETC long leva 2, che ogni giorno realizza una performance pari al doppio della materia prima sottostante, cioè: +6%, -6%, +6%, -6%. In questo caso, dopo quattro giorni il valore del nostro investimento scende a 99,28, cioè abbiamo realizzato una perdita di -0,72%. È facile notare che tale perdita non è semplicemente il doppio di -0,18%, bensì quattro volte tanto! Specialmente in condizioni di andamento laterale, quindi, il prezzo degli ETC a leva subisce l’effetto compounding e non replica l’andamento della materia prima come ci si attenderebbe: può dunque accadere che, se il prezzo della materia prima sale in un certo periodo, l’ETC a leva non porti ad avere esattamente il doppio/triplo della performance realizzata; ed ancora peggio, se la materia prima realizza una performance nulla o negativa, le perdite dell’ETC a leva potrebbero essere ben più ingenti del previsto.

 

Considerando l’effetto contango (backwardation), l’effetto cambio e l’effetto leva, è possibile affermare che gli ETC sintetici, specie su orizzonti prolungati, non sempre rispondono alle aspettative di replica del prezzo della materia collegata, e devono quindi essere utilizzati in maniera attenta e consapevole dagli investitori.

 

(*) Università Cattolica di Milano e Università di Cagliari. Estratto del contributo pubblicato su AdivsorPrivate N3 di giugno - agosto 2016

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