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Private asset, la ricetta per ottenere performance migliori

6/12/2019 | Daniele Riosa

"Mirare alla diversificazione del portafoglio, sia in senso tradizionale, sia dal punto di vista del 'vintage year'". L'analisi di Boole (Schroders)


“In un contesto di rendimenti inferiori, sia gli investitori retail che quelli istituzionali si stanno domandando in che modo sia possibile ottenere performance migliori. Con mercati azionari che scambiano a livelli prossimi ai massimi storici e bond che offrono bassi rendimenti, in molti stanno esplorando alternative meno liquide per ottenere i rendimenti richiesti”. Proprio per questo, spiega Tim Boole, head of product management di Schroders, “strumenti come gli investimenti infrastrutturali o il private equity hanno visto una forte crescita di interesse”. 

“Anche nell’universo dei private asset – sottolinea l’economista - un anno di record come il 2017 ha fatto sorgere dubbi riguardo alla sostenibilità dei rendimenti storici. È necessario ricordare che esistono differenze tra gli investimenti in mercati pubblici e privati. Gli investitori dovrebbero tenere a mente che i private asset comportano impegni di lungo termine, e ciò significa che chi investe in tali strumenti dovrà quasi certamente attraversare almeno un ciclo economico intero. Le decisioni di investimento dovrebbero essere prese quindi con particolare attenzione. Generalmente, selezionare investimenti che siano in linea con i trend economici di lungo termine premia”.

Per il gestore “la diversificazione è importante per investire nei private asset. Nonostante l’attrattività dei private asset, esistono anche difficoltà, sfide e rischi quando si investe in quest’asset class. I mercati privati presentano infatti una forte dispersione. Se i gestori migliori hanno ottime performance, i peggiori potrebbero far sperimentare un’esperienza abbastanza negativa agli investitori. È di cruciale importanza, quando si investe in questo segmento, evitare di seguire il gregge e cercare invece di individuare le migliori opportunità future. Per quegli investitori che sono relativamente nuovi all’universo dei private asset, un’altra lezione importante è mirare alla diversificazione del portafoglio, sia in senso tradizionale (settore, regione), sia dal punto di vista del “vintage year”.

Quest’ultimo “rappresenta una caratteristica propria dei fondi chiusi in cui gli investimenti vengono inclusi nel portafoglio in momenti diversi del ciclo. Questo aiuta a combinare investimenti che sono già positivi a livello di cash flow con un fondo che si trova nella fase di lancio. Gli investimenti in una più avanzata fase del ciclo di investimento tendono anche ad essere più stabili”.

“All’interno del private equity – prosegue Boole - ci sono alcune aree che hanno attratto grandi quantità di capitale e altre in cui la crescita non è quasi mai cambiata. Per esempio, grandi capitali sono confluiti in fondi di buyout large e mega e in venture capital in fasi avanzate, mentre i fondi di buyout piccoli e medi e i venture capital in fasi iniziali hanno visto molti meno cambiamenti a livello di capitali negli ultimi 20 anni”.

 “La pazienza e l’attenzione ai dettagli – continua - sono spesso sottovalutati nella corsa agli investimenti, ma grazie ai mandati più lunghi nel segmento dei private asset, gli investitori possono permettersi di scavare più a fondo in nuove opportunità. Gli investitori vogliono investire molto denaro e di conseguenza sono alla ricerca di grandi opportunità. Tuttavia, chi decide di collaborare con investitori specializzati in buyout più piccoli o in venture capital potenzialmente potrebbe avere rendimenti più attraenti. Ciò a causa del fatto che il divario tra le valutazioni dei buyout più grandi e di quelli più piccoli non è mai stato così ampio. Dato che la principale modalità di accesso agli investimenti in private asset è attraverso strutture di limited partnership o fondi chiusi, al momento avere facile accesso a questa asset class rappresenta una sfida per gli intermediari”. 

 “Uno dei cambiamenti che ci aspettiamo di vedere nei prossimi 10 anni è l’aumento delle opzioni a disposizione degli intermediari per investire nei private asset”, conclude Boole.

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