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Private markets, investire con un approccio multi-manager

7/1/2019 | Daniele Riosa

Leggi l’analisi di Brett Deits, private markets portfolio manager di Russell Investments


Per Brett Deits, private markets portfolio manager di Russell Investments “investire nei private markets è inevitabilmente complesso. Tali difficoltà diventano ancora più evidenti se si inquadra questo universo d'investimento da una prospettiva globale. I nostri clienti istituzionali hanno mantenuto un grande interesse nei buyout middle-market in Nord America ed Europa, nelle strategie settoriali specifiche e nel venture capital (soprattutto negli Stati Uniti, con un interesse crescente in Asia e una ripartenza della domanda in Europa). D'altro canto, abbiamo registrato un minor interesse nei confronti delle opportunità offerte dai mercati privati emergenti e una maggiore cautela nei confronti del Regno Unito e dell'Eurozona, vista l'incertezza sull'impatto della Brexit. Questa difformità a livello internazionale dimostra che permangono dei punti di attenzione”.

“Per investire nei private markets – continua - rimangono indispensabili esperienza, consapevolezza, capacità di controllo e di accesso alle opportunità. Osserviamo un aumento del grado di complessità nelle strutture patrimoniali, vulnerabilità settoriali, cambiamenti normativi ed eventi geopolitici. Prestiamo inoltre particolare attenzione ai prezzi, in quanto i multipli di acquisto hanno superato i livelli precedenti la crisi finanziaria globale del 2008. I private markets hanno raggiunto un nuovo picco congiunturale? Data l'estrema eterogeneità del mercato globale, la risposta è ben più complessa di un semplice sì o no. Pertanto, continuiamo a investire significativamente nella ricerca e nella due diligence su tali tematiche, segmento per segmento, regione per regione, strategia per strategia e, ovviamente, gestore per gestore”.

Per il gestore “un'area specifica di crescita riguarda il ‘private debt’. A tale proposito, bisogna rilevare un trend particolarmente significativo: nel 1994, la quota di mercato di leveraged loan detenuta dalle banche estere e nazionali era pari al 71%. Nel 2017, tale percentuale è scesa ad appena il 9%, con il restante 91% coperto da società e fondi non bancari. In altre parole, negli ultimi 24 anni il peso del credito privato è passato dal 29% al 91% rispetto al totale del mercato dei leveraged loan. Riteniamo che ciò possa rappresentare un'importante opportunità d'investimento, in grado di aiutare gli investitori a colmare il divario nei loro obiettivi finanziari di lungo termine”.

Investire nei private markets quindi “è inevitabilmente complesso, pertanto è confortante sapere che anche gli approcci multi-manager come il nostro continuano a specializzarsi e ad affinarsi. A nostro avviso, i gestori più abili devono essere in grado di offrire ai loro clienti le seguenti risorse: un approccio basato su un'architettura aperta per reperire i migliori rendimenti netti corretti per il rischio. Questa strategia dovrebbe essere abbastanza ampia da ricomprendere fondi multi-manager, fondi secondari e fondi primari, nonché investimenti come le acquisizioni secondarie e i co-investimenti; analisi del valore relativo, al fine di perseguire le opportunità migliori, non a livello teorico ma date le circostanze attuali del reale contesto di mercato; capacità di individuare i migliori gestori e fondi disponibili. Non tutte le opportunità offerte dai private markets valgono il rischio che comportano. Una società di gestione deve disporre di una profondità e un rigore della ricerca atti a individuare solo le migliori opportunità, astenendosi dallo sprecare i nuovi capitali in mancanza di una forte convinzione; . Capacità di 'underwriting' adeguate. Tutti i segmenti continuano a offrire opportunità interessanti. Ma visti l'elevato grado di competizione sulle operazioni, i tassi d'interesse contenuti e le svariate migliaia di fondi interessati a raccogliere capitali, è più importante che mai riuscire a selezionare opportunamente gestore, strategia e mercato per puntare a rendimenti superiori”.

“In linea generale, i private markets offrono a nostro avviso opportunità sostanziali. Il ritmo della crescita di questi strumenti inciderà inevitabilmente sul modo con cui gli investitori costruiranno i loro portafogli nei prossimi anni. Crediamo inoltre che gli investitori di lungo termine sceglieranno attentamente le società di gestione a cui affidarsi per essere certi di beneficiare delle migliori opportunità, mentre sono intenti ad affrontare i rischi connaturati a questo settore complesso, globale e in costante evoluzione”, conclude Deits.

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