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Credem investe nell'innovazione e finanzia nuove imprese

4/8/2021 | Redazione Private

Istituito un plafond per investire in logica industriale nel capitale di start up e fintech. L'obiettivo è di accelerare l’adozione di nuovi servizi per la clientela e sostenere l’ecosistema dell’open innovation


Credem, tra i principali e più solidi gruppi bancari italiani, accelera la strategia di forti investimenti in innovazione dotandosi di un plafond dedicato al Corporate Venture Capital (CVC), attività di investimento nel capitale di start-up o Pmi ad alto potenziale innovativo e di crescita.

In particolare, tramite la collaborazione con Credemtel, società specializzata in servizi digitali per le imprese, il Gruppo punta ad investire in partecipazioni al capitale di start-up o fintech con finalità industriali e funzionali all’accelerazione del modello di open innovation, ad esempio nell’ambito dell’instant lending e del wealth management grazie a soluzioni fintech o nel settore della sicurezza informatica della supply chain con nuovi ecosistemi di business. L’obiettivo è individuare tecnologie e modelli innovativi per rafforzare il core business del Gruppo, supportarne l’evoluzione e generare valore per il Gruppo stesso e per la clientela

In particolare, nella fase iniziale gli investimenti del Corporate Venture Capital di Credem saranno realizzati tramite Credemtel che opererà da veicolo per il perfezionamento delle operazioni. L’attività di investimento avrà orizzonte pluriennale attraverso un prima dotazione di alcuni milioni di euro. Le opportunità di investimento saranno selezionate, in coerenza con le priorità industriali della banca, da un investment team coordinato dalla Unit Innovazione del Gruppo e saranno valutate da un comitato investimenti appositamente composto da membri del management e del board del Gruppo avvalendosi di volta in volta di advisor specializzati del settore.

L’iniziativa sarà presentata l'8 aprile alle ore 17 nel corso di un evento online organizzato in collaborazione con Fintech District, la community di riferimento del fintech in Italia nata per alimentare un ecosistema che supporti la crescita e l’evoluzione del sistema finanziario, di cui Credem è corporate member da luglio 2020.

In particolare, dopo l’apertura di Chiara Padua, events producer di Fintech District, interverranno Francesco Reggiani, coordinatore del sistema informativo, organizzazione, innovazione per il gruppo Credem e coordinatore di Credemtel che presenterà il modello di business e della gamma di servizi del gruppo, Piergiorgio Grossi, chief innovation officer di Credem che racconterà il percorso di innovazione degli ultimi anni e Simone Chiesi, manager dell’innovazione Credem che illustrerà l’attività del nuovo Corporate Venture Capital.

Saranno inoltre proposti alcuni approfondimenti verticali su tre aree strategiche di attività del Gruppo: il wealth management con un intervento di Paolo Magnani, coordinatore dell’area wealth del Gruppo Credem, il mondo del credito con Lorenzo Montanari, amministratore delegato e direttore generale di Avvera ed i servizi alle imprese con Giancarlo Caroli, direttore generale Credemtel e Matteo Giannetti, responsabile business strategy & partnership Credemtel. Seguirà una sessione di Q&A moderata da Mico Curatolo, program manager Fintech District.

E’ possibile iscriversi all’evento collegandosi al seguente link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-fintech-in-italia-credem-investe-nel-corporate-venture-capital-148581584519 

"Il Corporate Venture Capital”, ha dichiarato Piergiorgio Grossi, chief innovation officer di Credem, “è nato come punto di passaggio importante ma naturale del processo di open innovation nel Gruppo. Abbiamo iniziato a frequentare il mondo delle startup per uno scambio di esperienze e per ispirazione”, ha aggiunto Grossi, “siamo poi passati a partecipare a programmi di scouting, accelerazione e incubazione con chi ha importanti competenze sul tema fino ad iniziare a lavorare con le startup su diverse progettualità di innovazione. E' venuto quindi naturale pensare all'opportunità, in alcuni casi, di partecipare all'impresa investendo nella startup stessa. Una partecipazione che vuole essere propellente per i fondatori e non uno zaino sulle loro spalle”, ha concluso Grossi.

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