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Il regolamento europeo sui servizi di crowdfunding, tra rinvii e novità

7/27/2022 | Umberto Piattelli*

E' bene che gli operatori italiani di equity e lending crowdfunding siano pronti a presentare la domanda per licenza europea quanto prima


Il convegno organizzato a Bilbao da EUROCROWD - European Crowdfunding Network, a giugno scorso, al quale hanno partecipato anche rappresentanti di European Securities and Markets Authority (ESMA) e European Banking Authority, ci ha portato qualche interessante novità, in merito all'entrata in vigore del nuovo regolamento sui fornitori di servizi di crowdfunding (ECSPR).

 

Mentre in Italia si consuma il dilemma della scelta dell'autorità competente, nella perdurante assenza di una decisione su chi incaricare come autorità di riferimento tra la Consob e la Banca d'Italia e sul soggetto competente a vigilare le piattaforme di lending crowdfunding, creando una ulteriore sostanziale incertezza per gli operatori del mercato nazionale, cominciano a filtrare le prime indiscrezioni.

 

L'ESMA aveva già fornito alla Commissione Europea la propria opinione in merito ad un eventuale rinvio del termine finale, suggerendo di non prorogarlo, ma la Commissione Europea ha deciso di prorogare il periodo transitorio di un ulteriore anno, fino al 10 novembre 2023; tuttavia è bene che gli operatori italiani di equity e lending crowdfunding siano pronti a presentare la domanda per licenza europea quanto prima, se non vogliono correre il rischio di trovarsi a competere con piattaforme europee che nel frattempo abbiano ottenuto la nuova licenza e siano sbarcate in Italia.

 

Bisogna inoltre ricordare che i Regulatory Techincal Standard (già pubblicati da ESMA ed EBA), sono stati definitivamente approvati dalla Commissione con l'atto delegato adottato il 13 luglio 2022, a conferma del fatto che gli operatori interessati potranno fare ora riferimento ad un set normativo completo ed in vigore.

 

Sempre a Bilbao sembrerebbe emersa una certa convergenza da parte delle autorità regolamentari europee per quanto concerne il trattamento delle #criptovalute che rappresentino quote o azioni (securities), che potrebbero rientrare nell'ambito di operatività delle piattaforme di #equitycrowdfunding, nel rispetto di un limite massimo di raccolta di euro 5 ml per tutte le giurisdizioni europee; sarebbe questa, di certo, una interessante e apprezzabile novità per gli operatori comunitari.

 

Inoltre, il recente convegno organizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano, nel corso del quale è stato presentato l'annuale report sullo stato del mercato delle piattaforme di equity e lending crowdfunding, non ha tuttavia chiarito il problema, tutto italiano, della identificazione dell’Authority che avrà il compito di concedere le nuove autorizzazioni, con valenza europea, alle piattaforme e che dovrà quindi analizzare le numerose richieste di autorizzazione che cominceranno ad arrivare da settembre in poi.

 

La presenza di un rappresentante della Banca d'Italia che ha commentato il regolamento fa supporre che ci sarà, almeno per le piattaforme di lending crowdfunding, una condivisione della verifica dei requisiti tra le autorità preposte (Consob e Banca d'Italia) che auspichiamo non divenga un ulteriore causa di ritardi nell'analisi delle domande di autorizzazione.

 

Va anche rilevato come il mercato sembri entrato in una fase di stasi, confermata dal fatto che alcune piattaforme hanno rinunciato alla licenza già ottenuta in Italia, riducendo il numero delle piattaforme di equity crowdfunding autorizzate ad operare in Italia al di sotto delle 50 unità, probabilmente anticipando un trend in forza del quale molti operatori se non troveranno il modo di consolidarsi, attraverso fusioni o cessioni, sono destinati ad uscire dal mercato non avendo la forza economica e un avviamento tali da giustificare questo nuovo rilevante investimento.

 

La proroga concede a queste piattaforme qualche mese in più per trovare una soluzione o dei nuovi soci disposti ad investire in un attività che sta subendo una nuova rilevante modifica, come dimostra anche il fatto che, per effetto del  regolamento europeo, le piattaforme potranno ottenere la licenza per operare contemporaneamente sia come fornitori di servizi di equity crowdfunding che come fornitori di servizi di lending crowdfunding.

 

In un contesto di grandi novità, attendiamo quindi l'autunno per verificare se il legislatore italiano, nonostante il periodo elettorale in arrivo, abbia trovato il tempo per risolvere il dilemma della nomina dell'authority di competenza in maniera formale ed ufficiale, visto che difficilmente la scelta non potrà che cadere sulla Consob, così che finalmente gli  operatori che si stanno preparando da mesi per questa nuova avventura possano iniziare il relativo percorso autorizzativo.

 

*Partner, Osborne Clarke  

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