“In una boutique d’investimento, come la nostra sono le persone a fare la differenza. I nostri consulenti devono saper guidare il cliente in tutte le scelte legate alla sfera patrimoniale e non solo”. Paolo Cosmelli, responsabile private banking di Kairos Partners SGR, con un’intervista ad AdvisorOnline, sottolinea che “siamo impegnati in un processo di reclutamento di professionisti forti di un bagaglio esperienziale distintivo sia sul fronte delle hard sia delle soft skill”.

Come rafforzare e potenziare la squadra dei consulenti dedicati alla vostra clientela privata all’interno della divisione commerciale?
“In linea con il piano industriale 2021-2023, che mira al potenziamento del modello di distribuzione ed in particolare del team di vendita dedicato al segmento HNWI, siamo impegnati in un processo di reclutamento di professionisti forti di un bagaglio esperienziale distintivo sia sul fronte delle hard sia delle soft skill: sono le competenze che permettono ad una realtà di crescere, mentre il portafoglio che si acquisisce è dato per scontato, come una sorta di conseguenza naturale. In una boutique d’investimento, come Kairos Partners SGR, sono infatti le persone a fare la differenza. I nostri consulenti devono saper guidare il cliente in tutte le scelte legate alla sfera patrimoniale e non solo: è importante essere preparati sui temi di attualità che concernono ad esempio l’ambito aziendale, fiscale, generazionale ed anche familiare in modo da poter essere sempre un punto di riferimento, forti di un sofisticato e preparato network di contatti in grado di soddisfare dunque anche esigenze di più ampio respiro”.

Che tipo di private banker cercate?
“Cerchiamo private banker che si possano integrare nella nostra struttura, condividendo gli stessi valori quali il senso di responsabilità nella sua più ampia accezione, l’autenticità delle relazioni, basate innanzitutto sull’ascolto e soprattutto condividendo la stessa motivazione, ovvero la fiducia dei clienti. Un gruppo ristretto di private banker in una realtà a dimensione d’uomo può inoltre contare su una comunicazione interna generalmente efficiente, sulla condivisione di piani e strategie e su processi snelli, a garanzia di un servizio tempestivo, puntuale e completo”.

Quale formazione fate ai vostri banker?
“Il valore aggiunto che possiamo offrire in termini formativi ai nostri banker, oltre agli aggiornamenti normativi e regolamentari, è sicuramente l’informazione ‘interpretata’ in tempo reale sui mercati finanziari, grazie al modello di business fondato sull’integrazione tra servizio di wealth management e fabbrica prodotto. Infatti i gestori, gli analisti e il nostro strategist sono a stretto contatto con i nostri private banker che dunque non solo si arricchiscono di dettagli tecnici tempestivi, ma possono inoltre contare sulla loro disponibilità a partecipare in prima persona agli incontri con i clienti, in modo da poter definire con maggiore precisione scelte di portafoglio sempre coerenti e correttamente ponderate”.

Su che cosa deve puntare il private banker italiano per rafforzarsi ulteriormente?
“Il ruolo del private banker è cambiato, così come è cambiato il contesto socio economico-finanziario e contestualmente le esigenze degli investitori: il servizio di wealth management deve diventare olistico, ovvero garantire risposte di alto standing a 360°. Il livello di soddisfazione del cliente governa il passaparola, strumento commerciale e di brand awareness molto potente, che contribuisce alla crescita organica della struttura di private banking”.