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Lyxor quota un secondo Etf PIR

5/23/2017

Il secondo replicante permette di avere un'esposizione pari al 25% alle mid cap e la restante parte al FTSE MIB (large cap)


A seguito del grande successo registrato dal primo ETF PIR, il Lyxor FTSE Italia Mid Cap PIR UCITS ETF che ha raccolto 640 milioni di euro, Lyxor torna su Borsa Italiana e quota un secondo ETF PIR che permette di investire in maniera diversificata e liquida sull’azionario Italia beneficiando, ove siano soddisfatti i presupposti di legge, dei vantaggi fiscali previsti dalla normativa PIR (entrambi gli Etf PIR sono a replica fisica). Da mercoledì 24 maggio entra in negoziazione il Lyxor Italia Equity PIR UCITS ETF che si differenzia dal precedente ETF, focalizzato solo sulle società italiane a media capitalizzazione, in quanto si espone per il 25% alle società mid cap italiane dell’indice FTSE Italia Mid Cap e per il 75% alle società large cap dell’indice FTSE MIB.

Questo mix rende l’Etf conforme alla normativa PIR ideata per supportare il finanziamento dell’economia reale italiana. Il nuovo Etf PIR beneficia di un costo totale contenuto (TER di 0,45% all’anno) ed investe su un basket di titoli diversificato (100 società) e liquido. "Questo Etf rappresenta la seconda proposta all’interno del nostro progetto commerciale sui PIR e ciò dimostra quanto Lyxor sia reattiva qualora emergano esigenze nuove da parte degli investitori. L’Etf offre la massima diversificazione e liquidità per chi voglia investire sull’azionario Italia secondo la normativa PIR" spiega Mercello Chelli (nella foto), refernete in Italia di Lyxor ETF. 

"Nello specifico - prosegue Chelli - con tale strumento ci rivolgiamo agli intermediari che stanno realizzando soluzioni PIR per la loro clientela privata come, ad esempio, fondi, unit linked, gestioni patrimoniali e depositi titoli. Per esempio, all’interno di una gestione patrimoniale, è ora operativamente semplice creare una linea PIR che investa solo nell’ETF PIR di Lyxor, in Etf / fondi PIR oppure in ETF / Fondi PIR affiancati da investimenti liberi fino a un massimo del 30% come consentito dalla normativa. In tal modo l’intermediario è certo di essere conforme alla normativa PIR anche senza dover operare controlli periodici sugli investimenti”.

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