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Smart beta: le performance non convincono gli investitori

6/26/2018

Un recente studio di Cerulli stronca questi prodotti: troppo bassi i rendimenti di low volatility e high dividend. Però l'analisi si limita al recente rally dei mercati...


Gli Etf smart beta fanno flop e non convincono gli investitori europei, soprattutto nelle fasi rialziste dei mercati. Stando all'analisi contenuta in un recente report di Cerulli Associates, società di consulenza globale, gli investitori che erano scettici verso questi strumenti hanno ricevuto, forse, qualche conferma dei loro pregiudizi. A difesa di questi strumenti, una premessa: in genere questi Etf non si limitano a replicare gli indici a capitalizzazione, ma seguono indici più complessi che li rendono anche leggermente più costosi rispetto agli Etf tradizionali, che hanno costi prossimi allo 0. E gli smart beta, ovviamente, non sono stati studiati per dare il meglio nelle fasi rialziste, in cui forse è sufficiente replicare il più fedelmente possibile l'indice di Borsa di riferimento. 

Ma guardiamo i risultati dell'analisi di Cerulli, il cui titolo del report è "Multi-Factor Set to be the New Plain Vanilla in Smart Beta". La strategia a bassa volatilità (low volatility) su Wall Street, ad esempio, nel 2017 in genere ha sottoperformato di circa 550 punti base l'indice MSCI USA (+21,9%). Non solo. Il rendimento di questi prodotti, che mettono in portafoglio solo i titoli meno volatili di un indice di Borsa, è stato più basso dei rispetto all'indice di riferimento tradizionale (a capitalizzazione) per cinque degli ultimi 10 anni. Anche le strategie ad alto dividendo non hanno brillato, prosegue lo studio di Cerulli.

"Il fallimento delle strategie single factor e la pressione da parte del mercato stanno spingendo i provider verso l'offerta multi fattoriale" spiega André Schnurrenberger, a.d. di Cerulli Europa. Ma c'è un altro problema, aggiungono gli analisti di Cerulli: la scarsa comprensione da parte dei consulenti di questi prodotti. "Se gli advisor sono in difficoltà, il cliente medio trova questi prodotti meno attraenti" conclude Schnurrenberger.

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