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Invesco punta a crescere in Italia sul mercato Etf

7/4/2018

Si è conclusa con successo la fase di integrazione dei brand di Source e PowerShares. L'asset manager americano opererà con un unico brand per tutti i prodotti, a gestione attiva e passiva


Si è conclusa con successo la fase di integrazione dei brand di Source e PowerShares, operanti sul mercato degli exchanged traded funds, sotto il brand di Invesco, che si posiziona ora come provider in grado di soddisfare le esigenze di investimento a 360 gradi pronto a cavalcare la forte accelerazione del mercato degli Etf in Europa. "L’industria degli Etf ha registrato un tasso di crescita elevato negli ultimi anni, tanto che molti asset manager oggi stanno approcciando questo mercato. Invesco è stata precursone in questo. Oggi la catena di valore è cambiata e l'incremento della volatilità sui mercati rappresenta una sfida per i passivi, ma anche un banco di prova per la gestione attiva” afferma Sergio Trezzi (nella foto), managing director ed head of retail distribution EMEA (ex UK) & Latam di Invesco, che è intervenuto a una conferenza stampa oggi a Milano.

"L'acquisizione di PowerShares nel 2006, a cui sono seguite altre acquisizioni di rilievo, Source nel 2017 e Guggenheim nel 2018, ci hanno permesso di consolidare il business, di fare leva sulle economie di scala offerte da una distribuzione globale e essere oggi il quarto operatore con masse gestite pari a 200 miliardi nel solo comparto degli Etf. Per Invesco è fondamentale essere in grando di garantire ai propri clienti la libertà di scelta, rimanendo del tutto neutrale sulla scelta del veicolo" ha aggiunto Trezzi, ricordando che Invesco ora opererà con un unico brand per tutte le soluzione di investimento. In Italia Invesco, pioniere nel segmento degli smart beta, può contare su circa 60 Etf quotati a Piazza Affati e 120 in tutta Europa (gli ultimi quotati alla Borsa di Londra sono l'Invesco Foating Rate Note UCITS ETF, Invesco AT1 Capital Bond UCITS ETF e Invesco MSCI Saudi Arabia UCITS ETF). A livello globale gestisce circa 250 miliardi di euro con strumenti passivi. 

"Per noi gestione attiva e passiva sono complementari e siamo gli unici che opereremo con un unico brand per tutti i prodotti, dai fondi attivi agli Etf. La crescita sul mercato dei fondi passivi ha anche un effetto benefico perché sta spingendo fuori dal mercato i falsi gestori attivi che si vendono come tali ma si limitano a seguire un benchmark: non è un caso che tutte le authority europee abbiano avviato una campagna contro il closet indexing" aggiunge Trezzi che ricorda le recenti iniziative prese in questa direzione dalla Consob francese. "Negli ultimi mesi stiamo notando un forte interesse degli Etf, che fino ad ora sono stati strumenti quasi esclusivamente utlizzati dai clienti istituzionali, anche da parte dei collocatori, dai consulenti finanziari. Sempre più spesso, infatti, gli Etf si trovano all'interno di soluzioni wrapped, senza contare che possono rappresentare una forma efficiente e a basso costo per esporsi su determinate asset class, come commodities e mercati di frontiera, difficilmente raggiungibili dai clienti retail" aggiunge Giuliano D'Acunti, responsabile per la distribuzione in Italia di Invesco. 

 

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