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ETF obbligazionari: aumento dei tassi come driver, ma non solo

7/24/2018 | Greta Bisello

L'analisi di iShares per il Q2 evidenzia tutti quegli elementi che hanno sostenuto e incoraggiato l'utilizzo di questi strumenti


L'aumento dei tassi di interesse e la diminuzione della prospensione al rischio spingono l'utilzzo degli ETF obbligazionari.

Ne è un esempio la situazione italiana: dall’analisi dei dati dei flussi emerge che gli investitori hanno utilizzato ETF ad alto rendimento con un'esposizione significativa agli asset italiani per gestire il rischio nei loro portafogli nel periodo post elezioni italiane e formazione di un nuovo governo di coalizione. Ad esempio, il volume di scambi giornalieri secondari sull'ETF iShares € High Yield Corp Bond UCITS ha raggiunto quota 621 milioni di euro nell'ultima settimana di maggio rispetto alla media annuale di 321 milioni di euro.

 

 

Brett Olson, responsabile fixed income iShares EMEA, afferma che al contrario: "Gli ETF sui titoli di Stato sono la categoria con maggior afflussi quest'anno a seguito della volatilità dei mercati azionari, delle preoccupazioni sul ciclo del credito e della volontà di ridurre la duration del portafoglio, con la maggior parte delle entrate registrate per gli ETF sui treasury statunitensi".


 

Ma non solo, anche l'aumento dei tassi sta preparando un terreno fertile per questo tipo di strumenti e prosegue l'esperto: "Gli investitori stanno utilizzando gli ETF per posizionare i propri portafogli in attesa di un rialzo dei tassi. Gli ETF a tasso variabile si sono dimostrati una soluzione molto adottata da parte degli investitori su scala globale - FLOT LN ha raccolto 297 milioni di dollari in AUM nel secondo trimestre. Inoltre, il 28 giugno 2018 iShares ha lanciato l'iShares Euro FRN UCITS ETF (EFRN) per fornire accesso alle obbligazioni a tasso variabile EURIBOR denominate in euro".

 

Tra i trend da registrare in questo periodo, in crescita risultano gli ESG, Olson risporta una ricerca pubblicata ad aprile sui “Principles for Responsible Investment” che ha evidenziato: "Con un mercato obbligazionario globale del valore superiore a 120 trilioni di dollari, gli obbligazionisti hanno il potenziale per diventare una forza importante negli investimenti responsabili. In questo segmento, la strada è quindi ben aperta".

 

Un altro elemento da monitorare sugli ETF obbligazionari è l'effetto MiFID II, grazie al quale tra gennaio e giugno di quest'anno, si è registrato un incremento del 74% delle negoziazioni sulla gamma di ETF obbligazionari UCITS di iShares UCF, visibilità che non si sarebbe realizzata prima dell’entrata in vigore di MiFID II.

"Questa nuova visibilità sta aiutando gli investitori a comprendere che l’industria è sufficientemente grande e liquidita da offrire efficaci strumenti di investimento. I sei ETF obbligazionari di iShares più scambiati nell'area EMEA hanno registrato un volume di scambi di 70 miliardi di dollari rispetto al secondo trimestre del 2018" conclude l'esperto di iShares.


 

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