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2018, l'anno del sorpasso dei fondi passivi in Europa

3/14/2019

Per la prima volta la raccolta in Etf ed index fund in Europa ha superato quella dei fondi attivi. Ecco l'analisi di Marlene Hassine, head of ETF research di Lyxor


Il 2018 è stato l'anno della débâcle dei fondi attivi in Europa. E non solo dal punto di vista delle performance, ma anche da quello della raccolta. Stando ai dati rielaborati sui flussi rielaborati da Lyxor ETF, il 2018 è stato infatti il primo anno in cui i fondi passivi hanno sorpassato quelli attivi, grazie a flussi netti in 12 mesi di 84 miliardi di euro rispetto ai 74 miliardi entrati nei fondi attivi nello stesso periodo. Il dato di raccolta dei fondi attivi è di molto inferiore rispetto a quelli registrati nei sette anni precedenti, in cui il gap rispetto ai passivi si è aggirato attorno ai 245 miliardi di euro all'anno. "Nel 2018 i fondi comuni hanno registrato una raccolta netta complessiva di 141 miliardi di euro, rispetto ai 770 miliardi di euro del 2017 e al di sotto della media di 417 miliardi di euro degli scorsi sette anni" spiega ad AdvisorOnline.it Marlene Hassine (nella foto), responsabile della ricerca sul mercato degli Etf di Lyxor AM (gruppo SocGen).

Ma come si spiega il successo dei fondi passivi in un anno che ha visto circa il 90% delle asset class con ritorni negativi? "Senza dubbio c'è il fattore costo, ma non è il solo. Nel 2018 molte strategie attive hanno deluso gli investitori sotto il profilo della performance e molto probabilmente li ha spinti non a uscire di mercato, ma a ruotare gli investimenti da strumenti a gestione attiva verso gli index fund e gli Etf. Hassine fa notare, inoltre, come il gap tra passivi e attivi, in favore dei primi, si sia accentuato nell'ultimo trimestre del 2018, quando i mercati azionari internazionali perdevano l'11% (indice MSCI ACWI, che comprende le Borse dei paesi sviluppati ed emergenti).

"Mentre i fondi attivi erano colpiti dai riscatti, i fondi passivi, nonostante la fama di strumenti utilizzati per investimenti tattici di breve periodo, hanno mostrato invece una maggiore resilienza, con flussi netti per 10 miliardi di euro, rispetto ai deflussi per 103 miliardi di euro dai fondi gestiti dagli stock picker. Ciò, inoltre, va contro il luogo comune secondo cui i fondi passivi aumenterebbero i movimenti di mercato nelle fasi ribassiste dei mercati" prosegue l'esperta. I fondi azionari passivi hanno ravvolto 52 miliardi nel 2018: un dato inferiore rispetto ai 104 miliardi del 2017, ma decisamente più alto rispetto al saldo netto annuale di 27 miliardi di euro dei fondi equity a gestione attiva, che in media negli ultimi sette anni hanno registrato una raccolta netta annuale di 52 miliardi di euro. Una dinamica, sottolinea Hassine, che ritroviamo anche nel reddito fisso.

Lo scorso anno i fondi obbligazionari a gestione attiva hanno visto uscire 33 miliardi di euro, mentre index fund ed Etf obbligazionari hanno visto entrare 31 miliardi di euro nello stesso periodo, un dato comunque inferiore a quanto raccolto nel 2017. Addirittura nel segmento dei fondi che investono in titoli governativi, i passivi sono riusciti a raccogliere 14 miliardi di euro, rispetto ai deflussi per 300 milioni nello stesso periodo dei fondi attivi. Nei fondi obbligazionari globali (che comprendono anche gli investimenti in corporate bond), i passivi hanno visto influssi per 6 miliardi di euro, che hanno compensato i deflussi per 6 miliardi dai prodotti a gestione attiva. "Ciò è particolarmente significativo, perché i fondi obbligazionari globali sono sempre stati considerati un baluardo della gestione attiva" sottolinea Hassine. Alla fine del 2018 i fondi passivi pesavano per il 17% delle masse in Europa rispetto al 12% di sette anni fa. Nell'azionario la percentuale sale al 28%, mentre nel reddito fisso è pari al 13%.

Quanto ai dati di inizio 2019, la raccolta netta di nuovi capitali ha raggiunto quota 13,7 miliardi di euro a febbraio, un mese favorevole per tutte le categorie (azioni, reddito fisso, materie prime e smart beta). L’azionario ha attirato la maggior parte degli afflussi (+8,2 miliardi), principalmente in tre aree: mercati sviluppati (+2,8 miliardi), azioni globali (+3,4 miliardi) e mercati emergenti (+1,9 miliardi). Gli Etf sul reddito fisso hanno continuato a godere di afflussi consistenti (+5,4 miliardi), in primis verso le obbligazioni societarie e i titoli di Stato dei mercati emergenti (+1,8 miliardi e +1,4 miliardi rispettivamente). I flussi verso le strategie smart beta hanno subito un rallentamento, rimanendo comunque positivi (+462 milioni).

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