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Lyxor, etf tematici per nuove opportunità

5/13/2020 | Redazione Advisor

L’obiettivo di questi prodotti è poter investire nella crescita delle azioni legate a temi d'investimento tra i più rilevanti della nostra epoca, come i megatrend con commissioni di gestione più basse e migliore trasparenza


L'investimento tematico non è un concetto nuovo al mondo degli investimenti. Esso è noto perlopiù per essere stata una delle strategie utilizzate dal mondo della gestione attiva per cogliere delle opportunità attraverso la selezione top down di tendenze strutturali a lungo termine. Talvolta però l’investimento in tali strategie ha comportato per gli investitori commissioni di gestione più elevate e una minor trasparenza.

 

La buona notizia è che oggi per poter essere esposti ai megatrend del futuro, la gestione attiva non è più l’unica alternativa, perché anche il mondo degli ETF si è aperto a tale opportunità, offrendo oltre ai vantaggi tipici degli strumenti di gestione passiva, anche la possibilità di cogliere le opportunità che provengono dai trend di lungo termine.

In tale ambito, Lyxor, basandosi su indici sviluppati da MSCI e applicando a monte filtri ESG, ha creato una nuova gamma di prodotti per la quale la selezione dei titoli nell’indice benchmark è effettuata tramite strumenti di intelligenza artificiale, big data e il contributo consuntivo di esperti tematici. L’obiettivo è poter investire nella crescita delle azioni legate a temi d'investimento tra i più rilevanti della nostra epoca, ossia: la crescita dell'economia digitale e delle tecnologie dirompenti, il cambiamento urbano con la mobilità futura e le Smart Cities e le abitudini d'acquisto dei Millennials. Con TER attualmente dello 0,15% annuo, tali strumenti sono negoziabili su Borsa Italiana.

 

Approfondiamo due temi legati tra loro come quello del Digital Economy e della Disruption Technology per capire le opportunità offerte da tali strumenti. Quasi tutto ciò che facciamo è stato toccato dalla digitalizzazione in un modo o nell'altro. Nonostante ciò, questa rivoluzione è ancora a una fase iniziale. Quasi la metà della popolazione mondiale non utilizza ancora internet, la maggior parte di loro vive nei mercati emergenti. Man mano che questi paesi si arricchiscono e le loro infrastrutture migliorano, il numero di utenti di internet crescerà rapidamente: il numero totale di utenti delle economie in via di sviluppo è già salito da 400 milioni nel 2005 a più di 3 miliardi oggi, con miliardi di utenti potenziali ancora da raggiungere.

 

Tuttavia, non è solo il numero di persone online a rendere l'economia digitale così interessante, ma anche il modo in cui le imprese e i consumatori spendono denaro. L'e-commerce è probabilmente la parte più matura dell'economia digitale - eppure anche qui c'è ancora molto spazio di crescita. Il mercato globale dell'e-commerce valeva circa 1,8 trilioni di dollari l'anno scorso, e si prevede che crescerà fino a 2,8 trilioni di dollari entro il 2023. Anche altre parti dell'economia digitale sono destinate a crescere: la consegna di cibo online potrebbe passare dagli 82 miliardi di dollari nel 2018 ai 134 miliardi di dollari entro il 2023. In questo scenario, il peso dei pagamenti digitali potrebbe quasi raddoppiare in soli cinque anni (dai 3,6 trilioni di dollari nel 2018 a oltre 6,7 trilioni di dollari nel 2023). La sfida risiede quindi nella capacità di identificare i colossi di domani, società di medie dimensione a forte potenziale come The Trade Desk, la cui piattaforma permette agli acquirenti di pubblicità online di gestire le loro spese in modo più efficace, oppure Shopify, che rende più semplice per i piccoli commercianti aprire negozi online, gestire i pagamenti e il marketing, tutti titoli attualmente presenti anche all’interno del portafoglio tematico di Lyxor sulla Digital Economy. Oltre il 60% del portafoglio è investito in azioni di medie e piccole dimensioni, il che significa che gli investitori saranno esposti ad aziende ancora in una fase iniziale del loro potenziale di crescita. I principali settori di investimento sono: information technology (60,7%), communication services (18,7%) e consumi discrezionali (11,4%).

 

Sul fronte della Disruption Technology, le aziende che abbracciano la tecnologia dirompente hanno il potere di reinventarsi e di creare nuovi mercati. Alcune di esse si trasformano addirittura in "unicorni". L'Internet of Things (IoT), ovvero gli oggetti interconnessi e la domotica, è un esempio di come la tecnologia avanzata si inserirà rapidamente nella nostra vita: si stima che diventerà un mercato da 1,1 trilioni di dollari entro il 2021. La robotica è un'altra area in rapida crescita. Si prevede che la spesa per la robotica e il relativo segmento dei droni raggiungerà quasi 220 miliardi di dollari all'anno entro il 2021. I robot, già presenti nella produzione industriale, stanno diventando sempre più capaci e flessibili, il che aprirà interi nuovi mercati all’automazione, come nell’ambito chirurgico, ad esempio. Altre aree interessanti sono la stampa 3D, nota come Additive Manufacturing (AM) - la creazione di oggetti costruendoli a partire da materie prime come plastica e metallo, uno strato alla volta. Secondo Wohlers Associates, il fatturato totale dei prodotti e servizi AM dovrebbe raggiungere i 15,8 miliardi di dollari nel 2020, per arrivare a 35,6 miliardi di dollari entro il 2024.

Le aziende che consentiranno questo tipo di progressi sono ben rappresentate all’interno dell’ETF Disruptive Technology con titoli come Proto Labs, che utilizza la tecnologia avanzata, compresa la stampa 3D, oppure la giapponese Fanuc, leader mondiale nel settore dei robot industriali, oppure ancora la statunitense Cognex Corporation, specializzata nei sistemi di visione artificiale (i sensori e software che dirigono le linee di produzione robotizzate).

 

Il prodotto ha anche una forte esposizione al settore sanitario (il 42,7% a fine febbraio), perché assicurare una vita più lunga e più sana è l'obiettivo di molte delle aziende di AI. Gli altri settori maggiormente rappresentativi sono quello dell’information technology (40,2%) e industrial (6,3%). Inoltre come nell’ETF sulla Digital Economy anche in questo caso il portafoglio è maggiormente composto da small cap (60%), dando accesso così ad aziende con un alto potenziale di crescita rispetto ad un tracker tecnologico tradizionale ponderato in base alla capitalizzazione.

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