I riscatti di massa non piegano gli ETF. Secondo un report di Cerulli Associates la pandemia Covid-19  ce lo ha dimostrato.

La crescita di questi strumenti in Europa (dal primo lancio nel 2000 a oggi) sembrava inarrestabile . "I veicoli hanno promesso agli investitori un modo più economico, più trasparente e più efficiente per ottenere esposizione a temi di investimento e classi di attività rispetto a molti fondi comuni", afferma Fabrizio Zumbo, direttore associato, ricerca europea sulla gestione patrimoniale presso Cerulli. “Tuttavia, c'erano dubbi sul fatto che la liquidità dell'ETF non fosse stata ancora testata, dato che l'ambiente del mercato rialzista era stato così prolungato".  

 

Il test è arrivato a marzo, quando il mercato ha registrato deflussi record pari a 21,9 miliardi  di euro (US $ 24 miliardi), secondo i dati di Morningstar, che includono ETF sia attivi che passivi. 

Gli investitori hanno prelevato denaro dagli ETF quando la pandemia è diventato una preoccupazione globale e i mercati azionari sono precipitati. Anche le attività gestite (AUM) sono crollate, scendendo del 13% da 899 miliardi di febbraio a 781 miliardi di marzo. Eppure gli ETF hanno superato il test. 

"Esistono ora prove del fatto che gli ETF, compresi gli ETF a reddito fisso, possono resistere a rimborsi significativi in ​​periodi di eccezionale volatilità", afferma Zumbo, osservando che la capacità degli ETF di continuare a fare trading in Europa, anche se i deflussi hanno superato i 21 miliardi di euro. Molte delle transazioni avvenute a marzo erano tra acquirenti e venditori di azioni esistenti, il che significa che non era necessario impattare sul mercato primario. 

 

Ad aprile, sostiene l'analisi, le ultime cifre mostrano che gli investitori tornano agli ETF ancora una volta, con flussi positivi nel mercato europeo. Il numero di prodotti ETF lanciati sul mercato in Europa però ha subito un rallentamento, toccando il minimo da tre anni a questa parte nel primo trimestre del 2020.