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ETF, è finita la guerra dei prezzi?

11/13/2020

Un sondaggio di EY rivela che per i professionisti dell’industria dei replicanti le commissioni sui prodotti hanno toccato il livello più basso possibile



Secondo i professionisti dell’industria degli ETF, la spietata guerra dei prezzi, che ha fatto precipitare le commissioni sui prodotti a livelli senza precedenti, potrebbe essere giunta al termine. Lo rileva un sondaggio condotto da EY e ripreso dal Financial Times.

Riportando i dati dell’Investment Company Institute, il quotidiano finanziario evidenzia che, negli Stati Uniti, le commissioni degli ETF azionari negli ultimi dieci anni si sono dimezzate, passando dallo 0,34% allo 0,18%, e quelle degli ETF obbligazionari si sono ridotte allo 0,14%, anche queste sostanzialmente dimezzate dal picco dello 0,26% nel 2013.


Il progressivo taglio delle commissioni ha inevitabilmente eroso la redditività dei provider di ETF, anche se di converso gli asset globali dell’industria sono aumentati di cinque volte, raggiungendo i 7 trilioni di dollari negli ultimi dieci anni, secondo i dati di ETFGI.

 

La corsa al taglio dei prezzi potrebbe però essere terminata. Il sondaggio condotto da EY infatti, rileva che la metà dei professionisti del settore ritiene che le commissioni per gli ETF tradizionali abbiano ormai toccato il livello più basso possibile, dal quale non potranno ulteriormente ridursi. Nel 2018 la percentuale si attestava al 38%.  Anche per quanto riguarda i professionisti che si attendono un calo ulteriore, la maggioranza di essi dichiara che la riduzione non potrà essere maggiore di uno o due punti base.


"Ritengo che a questo punto siamo probabilmente giunti a toccare il fondo", ha dichiarato al FT Kieran Daly, partner nella wealth and asset management practice presso EY. "L'unico modo in cui potremo vedere le commissioni diminuire ulteriormente è se vedessimo una crescita molto significativa degli afflussi", che consentirebbe maggiori economie di scala.

 

Se questo discorso vale per gli ETF tradizionali a gestione passiva, la musica cambia quando si considerano gli ETF attivi e gli strumenti cosiddetti “smart beta”: qui al contrario, il 95% dei gestori intervistati da EY, che controllano il 51% degli asset complessivi in ETF, ritengono che le commissioni su questi strumenti, che tipicamente sono più alte rispetto a quelle degli ETF tradizionali, diminuiranno ancora.

 

Allargando lo sguardo all’andamento del mercato complessivo, Daly ha affermato che l'industria degli ETF quest'anno ha continuato a crescere, nonostante il difficile contesto: escludendo marzo, quando si è avuto il picco del sell-off causato da coronavirus, gli afflussi hanno eguagliato il record dello scorso anno. Gli asset del settore potrebbero raggiungere i 10 trilioni di dollari entro il 2025, guidati secondo Daly dalla crescita degli investimenti diretti da parte della clientela retail, trend che è stato facilitato dal crollo degli incontri con i consulenti finanziari durante la pandemia.

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