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Gli investitori europei cercano ETF attivi e sulle criptovalute

3/8/2021

Una survey rileva che in Europa i fondi exchange-traded attivi e quelli sulle criptovalute sono i più richiesti da consulenti finanziari e investitori istituzionali


Gli ETF gestiti attivamente e quelli sulle criptovalute sono in cima alla lista dei desideri dei consulenti finanziari e degli investitori istituzionali europei.

 

Per quanto riguarda i primi, i dati rilevati da ETFGI registrano che a settembre 2020 il patrimonio gestito globale degli ETF attivi si attestava a 228 miliardi di dollari, oltre il doppio rispetto agli asset a fine 2018. Secondo un sondaggio di Brown Brothers Harriman, ripreso dal Financial Times, e condotto tra 382 consulenti finanziari, investitori istituzionali e gestori di fondi, gli ETF gestiti attivamente, pur rappresentando solo il 3% degli asset under management dell’industria dei replicanti a livello globale, sono oggi la tipologia di prodotti più richiesta.

 

Di primo acchito può sembrare inaspettato che la seconda strategia più richiesta tra gli investitori europei sia quella di exchange-traded product sulle criptovalute, sulla scia del boom di richieste da parte degli investitori negli Stati Uniti e nella Grande Cina. Se si considerano tuttavia le performance stellari messe a segno dal Bitcoin e dalle altre cripto nell’ultimo anno, questo dato risulta meno sorprendente. Secondo quanto rilevato dalla piattaforma di dati TrackInsight, gli ETF sui bitcoin hanno registrato afflussi record pari a 221 milioni di dollari nel mese di febbraio, portando gli asset a raggiungere la quota di 4,5 miliardi di dollari. Il mese scorso ha visto il lancio del primo ETF sui bitcoin in Nord America, emesso dalla società canadese purpose Investments, che segue il lancio di una serie di prodotti analoghi in Europa.

 

Oltre al tema degli ETF attivi e sulle criptovalute,  il sondaggio condotto da BBH ha rilevato che la maggior parte degli investitori istituzionali negli Stati Uniti e in Europa, e la stragrande maggioranza nella Grande Cina, prevede che gli ETF basati su criteri ESG tra cinque anni arriveranno a pesare per meno di un quinto delle loro partecipazioni in fondi exchange-traded. Anche se si tratta di un incremento rispetto ai livelli attuali, siamo lontani dal mantra “tutto sarà ESG”, tanto popolare in alcuni ambienti e guidato non solo dall’idea che ci sarà una forte accelerazione nel lancio di nuovi strumenti ESG ma anche dalla convinzione che molti ETF tradizionali verranno convertiti in ESG per rispondere a questo format oggi tanto in voga.

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