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ETP europei, la resilienza dell’industria

1/23/2023

Nel 2022 la raccolta netta si è attestata a 88 miliardi di dollari e la maggior parte dei flussi ha interessato gli azionari globali sviluppati e le large cap statunitensi. L’analisi di SPDR ETFs


Quello appena terminato è stato un anno di resilienza per l’industria europea degli ETP, che neI 2022 ha registrato 88 miliardi di dollari di raccolta netta, con i flussi che hanno rispecchiato il sentiment del mercato durante il corso dell'anno. È l’analisi di Francesco Lomartire, head of SPDR ETFs Southern Europe.

 

A livello di asset class, nonostante il difficile contesto dovuto all’inflazione elevata, alla stretta monetaria e alla guerra in Ucraina, Lomartire evidenzia che “gli ETF azionari hanno raccolto 59 miliardi di dollari. A fronte di rialzi generalizzati dei tassi, gli ETF obbligazionari hanno attirato 32 miliardi di dollari, favoriti anche dalla scarsa propensione al rischio degli investitori che hanno preso in considerazione le nuove prospettive di rendimento rispetto alle azioni. Al contempo le materie prime hanno subito un deflusso netto di 4,8 miliardi di dollari, alimentato principalmente da strumenti su panieri diversificati (-3,2 miliardi di dollari) e su metalli preziosi (-1,0 miliardi di dollari)”. In generale l'evoluzione dei flussi negli ETP ha rispecchiato la performance e il sentiment del mercato nel corso dell'anno, con l'inflazione come driver principale dei mercati.

 

Entrando nel dettaglio delle preferenze in ambito azionario, gli investitori si sono orientati verso esposizioni globali, ma hanno apprezzato anche gli Stati Uniti e i mercati emergenti. “Le esposizioni globali hanno dominato i flussi azionari nel 2022 -  spiega Lomartire - raccogliendo 36 miliardi di dollari, ovvero oltre il 50% di tutti i flussi azionari. Anche le esposizioni agli Stati Uniti e ai mercati emergenti hanno registrato flussi netti rispettivamente di 18 e 12 miliardi di dollari. Nel complesso, gli investitori si sono allontanati dalle azioni europee, che lo scorso anno hanno registrato deflussi per 7,7 miliardi di dollari, in quanto la regione è stata colpita dalla guerra in Ucraina, dall'inflazione elevata e da un inasprimento della politica monetaria più marcato rispetto a quanto inizialmente previsto”.

 

In termini settoriali, Lomartire spiega che ad eccezione dell’energetico, tutti i settori hanno registrato performance negative lo scorso anno. “In questo contesto, gli investitori hanno privilegiato i settori difensivi come l'healthcare e i beni di consumo di base, che lo scorso anno hanno raccolto rispettivamente 1,8 e 1,4 miliardi di dollari. Al contrario gli ETF specializzati sui finanziari hanno registrato i maggiori deflussi lo scorso anno, subendo riscatti complessivamente 3,6 per miliardi di dollari”.

 

Passando all’asset class obbligazionaria, gli investitori hanno privilegiato la ricerca di protezione. “In un contesto di avversione al rischio, sia i bond governativi che quello societari Investment Grade hanno registrato flussi netti in entrata, raccogliendo rispettivamente quasi 17 miliardi di dollari e 15 miliardi di dollari nel 2022. Gli investitori hanno continuato a essere prudenti, privilegiando esposizioni di qualità superiore come i titoli di Stato USA ed euro e obbligazioni corporate Investment Grade. Nel reddito fisso - sottolinea Lomartire -  i Treasury statunitensi sono stati la strategia di maggior successo per raccolta nel 2022, con oltre 15 miliardi di dollari di flussi positivi. Gli investitori sembrano essersi adattarsi all’incertezza legata all'elevata volatilità dei tassi”.

 

Diversamente, “abbiamo assistito a riscatti nel debito nei mercati emergenti, guidati principalmente dagli ETF su obbligazioni cinesi, che hanno azzerato quasi tutti i flussi in entrata del 2021, pari a 10 miliardi di dollari” osserva ancora Lomartire. “L'allentamento delle restrizioni COVID, insieme alle misure per stabilizzare il settore immobiliare, hanno portato a prospettive più positive per l'economia cinese e potenzialmente a un graduale spostamento del sentiment degli investitori verso gli asset cinesi. Infine, poiché le previsioni sull'inflazione sono tornate verso le medie di lungo periodo, con un'inflazione di break-even a 10 anni che si aggira tra il 2% e il 2,5%, le esposizioni protette dall'inflazione hanno subito deflussi netti per 5,2 miliardi di dollari poiché, per la maggior parte dell'anno, gli investitori hanno iniziato a prevedere una svolta nell'inflazione nella seconda parte del 2022 e del 2023”.

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