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Meglio un'auto nuova di un fondo comune

8/23/2014 | Francesco D'Arco

E' questa l'idea trasmessa con il decreto Sblocca Italia che potrebbe prevedere agevolazioni per l'acquisto di automobili ecologiche, ma dimentica il risparmio gestito e le agevolazioni per chi vuole investire nel lungo periodo.


Sblocca cantieri, sblocca Comuni, sblocca reti, sblocca porti, sblocca dissesto, sblocca burocrazia, sblocca edilizia, sblocca export, sblocca Bagnoli e sblocca energia. Fin dal primo agosto sono stati questi i 10 punti cardine del decreto Sblocca Italia che dovrebbe essere in dirittura di arrivo ed essere discusso il prossimo 29 agosto dal Consiglio dei Ministri. 

 

Dieci punti che fin da subito hanno fatto preannunciare la nascita di un mega provvedimento che ha come obiettivo principale quello di introdurre semplificazioni in grado di sbloccare la crescita di diversi settori del Bel Paese (non è un caso che il capitolo più consistente riguardi proprio quello dei Cantieri - opere già finanziate che effettivamente richiedono di essere sbloccate).

 

Come spesso accade in Italia, però, un mega provvedimento, come lo Sblocca Italia, alla fine si allarga ulteriormente e tocca numerosi aspetti che vanno ben oltre i 10 punti indicati dal premier Matteo Renzi. E uno dei temi dibattuti fin da subito riguarda l'industria delle automobili. Già alla fine di luglio è iniziata la riflessione sul possibile inserimento nel decreto di agevolazioni fiscali per chi acquista automobili ecologiche. Basterà rottamare una vettura inquinante e acquistarne una meno inquinante e la deduzione sul prezzo dell'auto dalla dichiarazione dei redditi scatta. Insomma ecco pronto un bellissimo "sblocca auto".

 

Ma nella logica di agevolare l'economia, la crescita del paese e, perché no, creare una situazione di maggiore benessere economico nelle case degli italiani, siamo sicuri che nel polverone dello sblocca-tutto non ci stia bene anche uno "sblocca risparmio"? Così come si trovano soluzioni rapide per agevolare l'acquisto di un'auto (investimento che perde valore alla prima accensione) siamo davvero sicuri che non sia possibile studiare forme di agevolazione anche per chi decide di/desidera risparmiare nel lungo periodo?

 

Ricordate i Piani Individuali di Risparmio (PIR), cavallo di battaglia di Assogestioni e del suo presidente Giordano Lombardo? Bene i PIR potrebbero nascere (e lo studio sulla fattibilità è già stato realizzato e verificato anni fa dal mondo politico) con una "semplice" rimodulazione nel tempo del prelievo fiscale sul risparmio degli italiani. I PIR, le cui linee guida sono state già definite nel 2011, nascono come forme di incentivo al risparmio di lungo termine e non solo potrebbero aiutare molti italiani a colmare il gap previdenziale, ormai certo, ma anche creare quel collegamento continuo e costante tra risparmio e piccole e medie imprese che oggi stenta ancora a partire.

 

Insomma, a rifare bene i conti, siamo sicuri che non sia meglio scommettere su uno sblocca risparmio piuttosto che su uno sblocca auto? Siamo sicuri che sia meglio un'auto oggi piuttosto che una pensione domani? Siamo sicuri che gli italiani abbiano bisogno di cambiare auto? Non avrebbero, forse, bisogno di gestire meglio i propri risparmi? La risposta a queste domande risiede nel progetto dei PIR che ormai da quasi 5 anni giace dimenticato in un cassetto nelle stanze della politica italiana.

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