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Debutto nel risparmio gestito per 400.000 investitori

6/22/2018

I Piani Individuali di Risparmio non hanno portato solo nuovi flussi al mondo del risparmio gestito, ma anche nuovi sottoscrittori. A rivelarlo l'ultimo Quaderno di Ricerca di Assogestioni.


I Piani Individuali di Risparmio non hanno portato solo nuovi flussi al mondo del risparmio gestito, ma anche nuovi sottoscrittori: circa 400 mila italiani, attratti dai prodotti PIR compliant, si sono affidati per la prima volta agli strumenti di di gestione collettiva. A rivelarlo il più recente Quaderno di Ricerca di Assogestioni che traccia un identikit dell'investitore in fondi comuni italiani. Dati alla mano, secondo l'ufficio studi dell'associazione, il numero complessivo di sottoscrittori di fondi comuni italiani a fine 2017 si attesta a 7,2 milioni, oltre 500 mila in più rispetto all’anno precedente.

 

“L’aumento dei sottoscrittori è da ricondurre principalmente al successo registrato dai PIR nell’anno del loro debutto sul mercato - conferma Alessandro Rota, direttore dell’Ufficio Studi dell’Associazione - Secondo la nostra analisi, infatti, gli italiani che investono in fondi domestici PIR compliant sono più di 690 mila, circa 800 mila includendo i fondi esteri. Per la metà si tratta di investitori che si affidano per la prima volta ai prodotti di gestione collettiva. Questi numeri superano di parecchio le previsioni governative e testimoniano il notevole successo che questo prodotto ha riscosso presso un’importante fetta di investitori”.

 

Il patrimonio mediamente detenuto in fondi PIR Compliant dai sottoscrittori è pari a 13.670 euro. La metà di essi ha investito più di 10.000 euro e il 17% ha sottoscritto un ammontare intorno ai 30.000 euro, cifra massima consentita annualmente per poter beneficiare dell’agevolazione fiscale. A livello complessivo, l’analisi dei dati relativi alle tipologie di fondi più presenti nei portafogli dei sottoscrittori indica che il 36,4% di essi concentra i propri investimenti sui fondi flessibili. Seguono quelli nei comparti obbligazionari (28,1%), bilanciati (10,9%) e azionari (6,9%). “Gli investimenti nelle diverse asset class risentono degli sviluppi dell’offerta – spiega il direttore dell’Ufficio Studi – Nell’ultimo anno si registra, in particolare, una dinamica dovuta all’introduzione dei PIR che ha portato a un raddoppio della quota di sottoscrittori che investono prevalentemente in fondi bilanciati”.

 

La modalità di investimento preferita dal 68% degli investitori è il versamento unico (Pic). Negli ultimi anni, tuttavia, aumenta la quota (20%) di coloro che hanno fatto ricorso in via esclusiva ai piani di accumulo (Pac). “Il Pac è la modalità di sottoscrizione più diffusa tra i giovani che possono investire in fondi comuni anche con somme molto piccole - sottolinea Rota - Si tratta, infatti, dell'opzione preferita dalla metà degli investitori con meno di 35 anni”. Guardando all'intero panorama dei fondi comuni italiani risulta che il primo 10% di individui per importo investito detiene la metà del patrimonio complessivo (che ammonta a 256 miliardi di euro) e metà dei sottoscrittori investe più di 14.400 euro, valore che rappresenta il patrimonio mediano.

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